Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Lettera aperta del 14 gennaio 2024

Inserito il 10 Gennaio 2024 alle ore 17:28 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 14/1/2024. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

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Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

Carnevale e radici religiose

Inserito il 10 Gennaio 2024 alle ore 17:05 da Don Gianni Antoniazzi

Dopo l’Epifania inizia il tempo di “carnevale” che culmina nelle feste del Giovedì e Martedì Grasso, prima dell’inizio della Quaresima. Il periodo di trasgressione è celebre a Venezia, ma imbarazzante per la fede.

Parliamo del Carnevale perché, se Dio vuole, il 4 febbraio (fra 15 giorni) lo festeggeremo con bambini e giovanissimi. La festa ha radici lontane: la troviamo nella civiltà egizia, greca e poi romana. Il rapporto col Vangelo non fu facile. Solo nel 1468 papa Paolo II, amante delle feste e della buona cucina, volle indire solennemente il Carnevale nella città di Roma mettendo fine a secoli di ostilità.

La parola Carnevale deriva dal latino carnem levare (eliminare la carne), o forse carnem vale (carne addio) e indicava il banchetto prima della Quaresima. Fin dal principio, però, questo era concepito come un periodo di trasgressione: ci si maschera il volto, se ne combina di cotte e di crude, si ride, si mangia, si beve, si balla, si scherza su tutto e su tutti, salvo diventare serissimi quando si fanno i conti. Sì, perché il Carnevale è (anche) un grosso affare.

Secondo i dati Cna del 2017, in Italia si fatturano 200 milioni di euro: al primo posto Venezia, con 55 milioni, poi Viareggio (26 milioni), Ivrea (2,5 milioni), e gli altri. Da segnalare solo questo: nella nostra città, il Carnevale è a uso di fotografi, poco più.

Non condanno la festa, per quanto in alcune parti del mondo (come in Brasile) sia del tutto trasgressiva. Anche Gesù ha partecipato a banchetti e danze del tempo, al punto da essere chiamato “mangione e beone”, amico dei pubblicani e dei peccatori (Mt 11,19).

Noi non ci vergogniamo di dire che domenica pomeriggio, 4 febbraio, faremo festa. Anzi. Abbiamo l’ardire di chiedere ai genitori di darci una mano e di lasciare in segreteria il nome di chi fosse disponibile. Questo perché la fede non limita, ma compie anche la gioia della persona.

don Gianni

Lettera aperta del 7 gennaio 2024

Inserito il 3 Gennaio 2024 alle ore 16:36 da Redazione Carpinetum

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Periodo di stanchezza

Inserito il 3 Gennaio 2024 alle ore 16:21 da Don Gianni Antoniazzi

Negli ultimi tempi sembra di vedere tanta gente affaticata, senza vigore e interesse. Davanti a noi sta il lavoro di ripresa per il nuovo anno. Serve ritrovare energia ed entusiasmo per affrontare sereni le sfide future.

Sarà perché gli anni passano per tutti e anche per me la tappa dei 60 anni non è così distante, sarà perché nell’ultimo periodo abbiamo tirato non poco la corda, sarà perché ci sono sempre parecchie scadenze da onorare e non si finisce di dare attenzione ad una tappa che già se ne apre un’altra… Insomma: è ben possibile che anzitutto io sia stanco, tuttavia mi sembra di leggere in molte persone, anche lontane dalla parrocchia, i segni di una fatica marcata.

Dal 7 gennaio riprende il corso del nuovo anno: vengono riaperte le scuole e iniziano le attività quotidiane con le tappe della vita ordinaria. Di fronte a questi impegni, tanti mostrano un affaticamento più marcato del solito. Se mi chiedessero quali siano i segni esatti di questa fatica confesso che non saprei cosa rispondere, tuttavia mi sembra di non scrivere a vanvera.

Che sia il caso di prendere un ricostituente? No: a mio parere non si tratta di una fatica biologica, ma spirituale, legata al vuoto. La gente che non ha una direzione precisa e un senso compiuto, finisce per essere addirittura più stanca di chi lavora alacremente. Si tratta dunque di ritrovare un orientamento spirituale, capace di orientare la vita. Con questo spirito mi permetto dunque di segnalare che per la Quaresima riprenderemo anche il percorso della catechesi per gli adulti. Chi vuole cominci a tenerne conto.

don Gianni

Lettera aperta del 31 dicembre 2023

Inserito il 28 Dicembre 2023 alle ore 20:01 da Redazione Carpinetum

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Una tantum licet

Inserito il 28 Dicembre 2023 alle ore 18:31 da Don Gianni Antoniazzi

Giovanni Battista, protagonista dell’Avvento, ha avuto il coraggio di dire apertamente la verità, al prezzo di perdere la testa. È una “licenza” che ci prendiamo solo ogni tanto, pensando al bene comune.

Dopo la morte di Giulia Cecchettin, molti hanno levato la voce contro il femminicidio. Alte cariche dello Stato, delle istituzioni politiche e religiose hanno manifestato sconcerto. Poi, alla prova dei fatti, che seguito c’è stato?

Facciamo un esempio. Martedì 28 novembre, a Salsomaggiore, è stata uccisa Meena Kumari. Non c’è una sentenza, ma ogni sospetto ricade sul marito. Erano passati 10 giorni dalla morte di Giulia. Alzi la mano chi di noi ricordava il nome di quella povera donna.

Noi che facciamo il servizio del giornalismo talvolta ci muoviamo sull’onda dell’emozione più che sulla testimonianza della verità, ma quale voce pubblica si è schierata per Meena Kumari? Qualcosa si è detto ma presto è sceso il silenzio.

Allo stesso modo, mercoledì 20 dicembre, in Iran, è stata impiccata Samira Sabzian. A 15 anni è stata data in sposa a un uomo violento ben più vecchio. Dopo 5 anni di umiliazioni e soprusi lei s’è ribellata al marito e l’ha ucciso. È stata uccisa dopo 10 anni di carcere duro, fra gli applausi del regime (maschi e femmine). In Europa e in Italia chi l’aveva difesa? Ci sono state dichiarazioni postume: quasi una carezza lasciata sulla tomba del caro estinto. Poco più che un gesto di buona educazione.

Viene da chiedersi se siamo mossi da giustizia e verità o dall’emozione e dall’interesse per il calcolo dei voti.

don Gianni

Lettera aperta del 24 dicembre 2023

Inserito il 21 Dicembre 2023 alle ore 12:34 da Redazione Carpinetum

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Un Natale “imprevisto”

Inserito il 21 Dicembre 2023 alle ore 12:10 da Don Gianni Antoniazzi

L’immagine riprende la stampa di un antico messale che alla data del 25 dicembre registra il Natale. Gesù però può nascere nella nostra vita anche senza preavviso, in altri momenti della vita.

A tutti gli auguri di un buon Natale.

Quando il Signore viene a visitarci? La nostra agenda è sempre più organizzata e abbiamo programmi condivisi che ci aiutano a fissare appuntamenti di ogni sorta. Non c’è spazio per l’imprevisto di Dio. Eppure, il Natale cambia i progetti di Maria e di Giuseppe. Talvolta è proprio negli imprevisti che Gesù manifesta la sua presenza.

Lunedì mi hanno chiamato per impartire un’estrema unzione. Gli impegni fissati erano già parecchi, ma c’è stato il tempo anche per questa emergenza. La persona anziana, oramai sopraffatta dal dolore, esprimeva la presenza di Gesù: “ero malato e sei venuto a visitarmi”. È stato un fuori programma in una giornata già molto piena e dopo quel momento è stato necessario andare di fretta per rispettare gli impegni presi.

Eppure l’incontro con Gesù, talvolta è proprio così: viene nella nostra vita come un imprevisto che domanda di essere colto.

don Gianni

Lettera aperta del 17 dicembre 2023

Inserito il 13 Dicembre 2023 alle ore 18:58 da Redazione Carpinetum

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Riprendiamoci il Natale

Inserito il 13 Dicembre 2023 alle ore 18:36 da Don Gianni Antoniazzi

L’Avvento è iniziato da pochi giorni eppure, viste le coincidenze di calendario, siamo quasi al Natale Questo è il momento di puntare all’essenziale, senza lasciarsi distrarre dalle seduzioni commerciali.

Lunedì 25 dicembre il Signore rinnoverà per noi la grazia della sua nascita. Non è un fatto magico o utopico. Gesù ha sempre camminato con noi secondo il ritmo del nostro tempo. Quando celebriamo la sua nascita Egli rinnova davvero per noi la grazia del Natale. Lo fa nella celebrazione della Parola e dell’Eucaristia. Chiedo, se possibile, di non perdere l’incontro con questa Gioia.

Da tempo ci hanno derubato del Natale. Anzi: ce lo siamo tolti di mano da noi stessi. La Festa ha esaurito la sua forza quando abbiamo cominciato a ridurla a buoni sentimenti, veglioni, regali, montagna e neve. No: il Natale è Dio che entra nella vita quotidiana per cambiarla e salvarla. Chiunque lo può incontrare: nessuno è indegno o escluso. Certo: serve prepararsi e cioè, come i pastori e i magi, diventare cercatori dell’Eterno. Quando la nostra è una porta aperta lui non mancherà di entrare.

don Gianni

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