Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Papa Francesco: una “fede nuova”

Inserito il 30 Aprile 2024 alle ore 16:35 da Don Gianni Antoniazzi

Domenica 28 aprile Papa Francesco ha visitato il carcere femminile alla Giudecca, il padiglione Vaticano della Biennale e, in concomitanza, ha incontrato i giovani e celebrato Messa con la comunità diocesana.

Lascio qualche nota sulla visita del Papa di domenica scorsa.

Tenace. Adulti e giovani rientrati da Venezia (in 135 circa) erano contenti, ma anche stanchi. Immaginiamo la fatica per il Papa che, oltre agli appuntamenti (ben quattro) ha compiuto un viaggio di un’ora e mezzo in elicottero (andata e ritorno). Complimenti per la tempra: a 86 anni.

Fede. Devo riascoltare con attenzione le parole di Papa Francesco: formidabile qualche passaggio davanti alle carcerate; vivo coi giovani e deciso nell’esortare alla fede; in altre circostanze più formale.

Intoppi. Bene l’organizzazione. Anzi. Complimenti per la semplicità, frutto di sintesi. Qualche intoppo per le presenze in Piazza: alcuni hanno dovuto restare fuori dai tornelli per problemi col QRCode che pure non era nominale. Qualche altro si sarebbe aggiunto volentieri per sostituire gli assenti dell’ultimo secondo, ma ufficialmente non era previsto.

Preti diocesani. Pensavo di vedere qualche prete della diocesi in più. Anche riguardando le foto mi pareva fossimo proprio pochi fra i parroci con parrocchia. Forse alcuni (i non più giovani) erano spaventati per le molte ore di permanenza in piazza. Forse…

Singolare. I giovani sono stati un po’ al margine: il loro incontro è stato descritto “rumoroso” e nella Messa sono stati posti oltre il campanile. Eppure, proprio con loro il Papa s’è trovato maggiormente a suo agio.

Novità. L’ultima Messa in Piazza San Marco, per la sola diocesi di Venezia fu quella di Giovanni Paolo II. Era il 1985. Se non ricordo male in quella circostanza ci fu più folclore: i gondolieri coi loro segni, la gente delle isole coi propri prodotti… Ciascuno portava le note caratteristiche del proprio territorio. La fede era scontata… A Messa c’era più chiasso. Oggi quella società è defunta. Ne sta nascendo un’altra. In Piazza San Marco si respirava fede nuova e più consapevole.

don Gianni

Lettera aperta del 28 aprile 2024

Inserito il 24 Aprile 2024 alle ore 20:21 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 28/4/2024. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

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Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

La fede entra nella vita

Inserito il 24 Aprile 2024 alle ore 19:53 da Don Gianni Antoniazzi

La fede in Gesù Signore non è un concetto, un’idea, una serie di valori e attività previsti nei soli
giorni festivi. È un incontro di Salvezza che cambia, anche in silenzio, la vita e le scelte di tutti i giorni.

In questi giorni di pioggia qualcuno indossa indumenti impermeabili. Si va sotto l’acqua ma, deposti gli indumenti, si resta asciutti. C’è chi fa altrettanto con la fede. In alcuni momenti della settimana si prega, si partecipa all’Eucaristia, ma poi non si lascia che il Vangelo raggiunga la vita, con le sue scelte e le sue difficoltà.

Chi conta le offerte mi ha consegnato un biglietto che ha trovato nelle buste. Il testo recita così: «Signore, prego che tu possa benedire la mia attività e aiutarmi con le mie esigenze finanziarie. Prego di poter attirare più “cliente” e clienti nella mia attività. E prego di trovare un buon lavoro. Grazie per tutte le benedizioni, Signore».

La preghiera, comunque la si veda, riflette il legame fra la fede e la vita di ogni giorno. Mi unisco a quella preghiera e domando al Signore di sostenere le difficoltà quotidiane. Trovo sacrosanto legare la fede coi problemi di ogni giorno. Mi domando invece che tipo di cristiani siano quelli che, a momenti alterni, si proclamano di Cristo e poi vivono da altezzosi, opprimono i deboli, usano la violenza, ingannano la gente. Accade anche nella nostra povera Chiesa che, grazie a Dio, viene salvata dallo Spirito del Risorto.

don Gianni

Lettera aperta del 21 aprile 2024

Inserito il 17 Aprile 2024 alle ore 15:19 da Redazione Carpinetum

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Una festa per restare liberi

Inserito il 17 Aprile 2024 alle ore 15:14 da Don Gianni Antoniazzi

Cerco la libertà “ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta” (diceva Dante). Spesso la storia
obbliga a scegliere un compromesso: o si vive o si è liberi. Il Vangelo, invece, dona entrambe.

Il 25 aprile si celebra la Liberazione. La libertà è la virtù più dimenticata dai cristiani. Non sono stati i fatti del 1945 a liberarci. Saremmo stati schiavi della morte, della paura, dei nostri sbagli. Invece è la Pasqua di Cristo a renderci persone libere fino in fondo, senza il timore della morte, senza la paura dei propri limiti, perché amati dal Padre.

Nella lettera ai Galati (cap. 5) Paolo scrive: Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi. Il grande patriarca Athenagora ripeteva che “il cristianesimo è la religione della libertà. Se Cristo ha rifiutato di mutare le pietre in pane, se ha rifiutato di scendere dalla croce, fu per stabilire in modo definitivo la nostra libertà. La libertà è l’essenza del messaggio evangelico. La fede non soltanto ci libera – dalla paura, dalla morte, dalle potenze e dai potenti del mondo – ma è l’atto supremo della libertà”.

Il Vangelo non è un’educazione della libertà, nel senso: una serie di consigli e di regole da rispettare per stare in equilibrio nei limiti della nostra vita. No: il Cristianesimo è un’educazione alla libertà, cioè a vivere da uomini liberi e liberati.

Pensiamo alla cosiddetta parabola del Figliol prodigo. Scappa perché ritiene che in casa non ci sia una libertà adatta a lui. Diventa più schiavo di prima. Torna rassegnato dal padre solo per fame. Scopre finalmente che in casa si è davvero liberi e anche si sta nella festa. Se prima scappava era per l’idea che lui si era fatto del padre. Tutte le altre libertà umane sono cosa troppo povera rispetto al Vangelo.

don Gianni

Lettera aperta del 14 aprile 2024

Inserito il 11 Aprile 2024 alle ore 14:48 da Redazione Carpinetum

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Il Papa a Venezia

Inserito il 11 Aprile 2024 alle ore 14:29 da Don Gianni Antoniazzi

La diocesi di Venezia accoglierà papa Francesco domenica 28 aprile. Verrà per inaugurare il padiglione della Biennale, visitare le carcerate, incontrarsi coi giovani e celebrare l’Eucaristia. È un dono di grazia.

Cari amici, già sappiamo che domenica 28 aprile papa Francesco verrà in visita a Venezia. Resterà in città soltanto qualche ora, ma è ugualmente un dono per ravvivare la fede nel Signore Gesù.

Papa Francesco compie tre tappe: la prima alla Giudecca, nel carcere femminile, poi alla Salute dove incontrerà i giovani, quindi in Piazza San Marco per la celebrazione dell’Eucaristia.

Il 4 aprile, abbiamo ricevuto una mail per la partecipazione di 20 giovani all’incontro della Salute. Lunedì 8, nel pomeriggio, è arrivata una seconda mail dove si rendono disponibili 107 posti per partecipare all’Eucaristia in Piazza San Marco. Dobbiamo rispondere entro domenica pomeriggio 14 aprile. Vi riporto il testo nelle pagine di lettera aperta della settimana: molti leggono in anticipo lettera aperta e possono passare parola così da decidere se venire o meno. Chiaro che a San Marco si partecipa a titolo di rappresentanza e si prega per la comunità intera.

Attenzione: Vallì (solo Vallì) riceve le iscrizioni domenica mattino, in segreteria, dalla fine della Messa delle 9:30 all’inizio della Messa delle 12:00.

Ricordiamo che domenica 28 le S. Messe in parrocchia sono comunque garantite. Pregheremo perché l’incontro col Pontefice possa aiutarci anche nell’incontrare il Risorto.

don Gianni

Lettera aperta del 7 aprile 2024

Inserito il 4 Aprile 2024 alle ore 12:57 da Redazione Carpinetum

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Le celebrazioni pasquali

Inserito il 4 Aprile 2024 alle ore 12:40 da Don Gianni Antoniazzi

Abbiamo celebrato la Settimana Santa e la Pasqua. Scrivo qualche considerazione perché ciascuno faccia le proprie valutazioni. La comunità ha celebrato il Risorto con grande vitalità. Peccato per chi è andato via.

Scrivo qualche indicazione sui giorni della Settimana Santa e sulla Pasqua che abbiamo trascorso a Carpenedo anche per farne partecipi le persone che hanno profittato del “ponte” per fare qualche giorno di vacanza con la famiglia.
Premessa: solo il Signore conosce davvero la vita di ciascuno e Lui solo sa se, in questa Pasqua, qualcuno ha avuto un cammino di fede.

Intanto grazie. È necessario cominciare da qui: grazie ai molti che hanno lavorato senza sosta perché la Settimana Santa e la Pasqua fossero celebrate con cura. Grazie al gruppo delle pulizie che più volte ha dovuto riassettare la chiesa, grazie a chi ha preparato i fiori, le tovaglie, gli arredi, grazie ai chierichetti, ai lettori e ai ministri dell’Eucaristia. Grazie ai cori che hanno sostenuto col canto la preghiera di tutti (ci accorderemo meglio per la Messa delle 9:30 del giorno di Pasqua che di solito è davvero molto festosa). Grazie ai molti che hanno seguito la liturgia in ogni aspetto e hanno curato anche le questioni tecniche per le amplificazioni esterne (Via Crucis e processioni). Grazie anche al caro don Fausto Bonini che si è aggiunto alla nostra preghiera. Ne siamo stati onorati.

Più del previsto. Nei giorni precedenti molte famiglie sono partite da Carpenedo per recarsi da parenti, amici o raggiungere le seconde case. Tanti sono anche gli anziani che preferiscono seguire le liturgie alla televisione. L’impressione però è che ci sia stata più gente di quanto ci si potesse aspettare. Per esempio: la sera di Pasqua è stata una sorpresa vedere la chiesa piena in ogni suo spazio.

Incontro col Risorto. La Pasqua non celebra soltanto la Risurrezione del Signore ma, più ancora, il nostro incontro personale (e comunitario) con Cristo Signore. Questo incontro è avvenuto? Stando ai colloqui personali in molti casi c’è stata la grazia di questo dono: se così fosse rendiamo grazie al Signore.

Veglia troppo ricca? Don Vincenzo mi ha fatto notare che la celebrazione della Veglia è stata fin troppo ricca: liturgia del fuoco e del cero, canto dell’Exsultet e letture; liturgia dell’acqua, battesimi, cresime, comunioni e celebrazione della Messa. Si è forse dato poco spazio a qualche aspetto? Da parte mia ritengo che la Veglia sia la celebrazione dei “Sacramenti pasquali”, cioè del Risorto e della Vita dell’Eterno lasciata in dono a ciascuno. La Veglia dovrebbe celebrare questo più che i singoli elementi di cui è composta. Già così la celebrazione è durata oltre un’ora e mezzo: non credo si potesse dare ulteriore spazio ad ogni singolo aspetto. I lettori mi riferiscano pure le loro opinioni quando vorranno.

Confessioni. In tutti gli orari indicati, in chiesa c’è sempre stato almeno un sacerdote per le confessioni. Ho da notare che, per quanto mi riguarda, ho confessato più degli anni scorsi. Le ore che ho trascorso in chiesa sono state completamente occupate nel sacramento della Riconciliazione. Serve qui far presente che anche i nostri giovani si sono confessati molto più che in passato: quando c’è stata la loro liturgia penitenziale, quasi tutti hanno voluto accostarsi al sacramento. Ringrazio tanto gli educatori.

Via Crucis. La Settimana Santa è composta anche da riti tradizionali. La Via Crucis è uno di questi. È stata frequentata a sufficienza? Per qualcuno sì, per altri no. All’ultima stazione abbiamo riempito la chiesa: eravamo però in due parrocchie. Per la strada pochissima gente ha espresso segni di partecipazione (un lumino, una luce…). Insomma: se vogliamo continuare a ri-presentare i segni della tradizione, dovremo trovare la strada giusta per viverla in modo adatto anche ai tempi che cambiano. don Gianni

Cambio orario della Veglia pasquale

Inserito il 27 Marzo 2024 alle ore 18:43 da Redazione Carpinetum

Con il cambio dell’ora legale, la solenne “Veglia” pasquale, la Messa più solenne, è alle 21:30 e non alle 22:00 (sabato 30/3 non c’è Messa alle 18:30)

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