Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Cristo, un Re senza inganni

Inserito il 22 Novembre 2023 alle ore 18:33 da Don Gianni Antoniazzi

Oggi celebriamo Cristo Re. I regni umani vivono sull’interesse della cupidigia e si fanno guerra. Il card. Ravasi ha contato 40 conflitti nel pianeta. Cristo è vero Re perché ha il potere di offrire vita, non di toglierla.

Celebriamo oggi Cristo Re. La festa è stata istituita nel 1925. Conclusa la Prima Guerra mondiale si diffondeva il delirio del potere assoluto: in Italia c’era stata la marcia su Roma, in Russia Stalin imponeva il proprio regime, in Germania il nazismo cresceva, Spagna e Portogallo stavano per cadere in mano a regimi totalitari. In molti altri Stati (America latina, per esempio) si diffondevano idee analoghe.

Mentre la gente esaltava il dominio, Pio XI ha proposto questa festa per indicare che la vita non viene dai regimi totalitari, ma da Gesù che cerca il nostro bene.

Attenzione però perché Gesù non ci inganna. Non diventa nostro Re perché risolve a buon mercato ogni nostra difficoltà. Gesù non ci toglie la responsabilità della vita quotidiana. Non fa promesse elettorali. Al buon ladrone non dice: “scendiamo dalla croce” ma “sarai con me nel paradiso”. La vita che Gesù offre è più grande delle nostre attese e, al contempo, esige responsabilità e fiducia.

don Gianni

Lettera aperta del 19 novembre 2023

Inserito il 15 Novembre 2023 alle ore 18:49 da Redazione Carpinetum

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Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

La Madonna della Salute

Inserito il 15 Novembre 2023 alle ore 18:38 da Don Gianni Antoniazzi

Martedì 21 novembre celebriamo la festa della Salute. Si tratta di un appuntamento di fede radicato nel nostro territorio. Porta con sé un annuncio di straordinaria potenza ma rischia di scivolare verso la magia.

La Basilica della Salute di Venezia, capolavoro del Longhena, è stata inaugurata nel 1687. Quel luogo di preghiera ricorda una pagina faticosa di Venezia: la peste del 1630, quella per intendersi raccontata anche dal Manzoni nei “Promessi Sposi”. Nel momento più buio del contagio, esauriti i ricorsi alla medicina del tempo, la Repubblica Serenissima fece voto di costruire un tempio dedicato alla Vergine e di farvi una processione annuale se il contagio fosse cessato. Da allora, ogni 21 novembre, Venezia adempie a questa promessa.

Rispetto ad altre ricorrenze, questa è rimasta legata alla fede. Migliaia di fedeli giungono in pellegrinaggio al Santuario e accendono un cero come segno di supplica personale. In alcuni casi il gesto rischia di scivolare verso la magia, ma resta comunque sano perché moltissimi lo vivono come un incontro con Cristo. La candela accesa, infatti, è sempre un riferimento al Signore Risorto che ci salva. Chi accoglie l’amore dal Vangelo viene risanato. In latino si dice che trova la salus cioè la salute, ma anche la salvezza. Anche per noi accendere una candela significa riconoscere nel Vangelo il proprio benessere, la salvezza anche dalla morte e una Vita compiuta oltre quella.

don Gianni

Lettera aperta del 12 novembre 2023

Inserito il 8 Novembre 2023 alle ore 21:21 da Redazione Carpinetum

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Cosa pensi della guerra?

Inserito il 8 Novembre 2023 alle ore 21:09 da Don Gianni Antoniazzi

Da giorni, ormai, l’esercito di Israele è entrato nella striscia di Gaza. Molti domandano che anche il parroco esprima un’opinione, come sacerdote e cristiano. La risposta è delicata, ma necessaria.

Parlare della guerra in Gaza non è facile, ma doveroso: il silenzio è la scelta più grave. Anche senza possedere grandi competenze vanno ricordati alcuni riferimenti.

  1. I soggetti: da una parte ci sono le truppe “regolari” di Israele; dall’altra c’è Hamas, organizzazione considerata “terroristica” che vive nella “striscia di Gaza”, piccolo territorio palestinese (360 km2). Hamas “governa” Gaza dal 2007. Non è facile distinguere queste ultime due realtà così come non si capisce chi usi più rabbia e vendetta nelle decisioni.
  2. I palestinesi, abitanti di Gaza, hanno una caratteristica: la popolazione è particolarmente povera (80% sotto questa soglia) e giovane; nel 2011 l’età media era di 17,5 anni (in Italia 44 anni). Non si può chiedere dunque grande sapienza sociale e politica.
  3. Le vicende del “passato”: è quasi impossibile sintetizzare le tensioni che hanno portato a questa situazione. Va detto che nel 1860 gli Ebrei in Palestina erano circa 40.000. È nato allora il Movimento sionista per reagire alle discriminazioni di fede in Francia. Da allora, anche scavalcando direttive provenienti dalle Nazioni Unite, gli Ebrei hanno puntato alla creazione dello Stato attuale e ambiscono a continuare l’espansione.
  4. Culture lontane: i soggetti in conflitto hanno mentalità distanti e non è facile coniugare le prospettive. Basta considerare il diverso ruolo della donna dall’una e dall’altra parte. Ma pensiamo alla banale questione della proprietà: per i palestinesi chi sta sopra un terreno ne determina l’uso (nella spianata del Tempio vi sono due moschee musulmane e dunque i palestinesi decidono gli ingressi); per gli Ebrei invece la proprietà è esercitata da chi sta più sotto e, per ribadire la propria competenza sul Tempio, Israele ha compiuto scavi di ricerca archeologica. Mettere insieme i valori sulla persona, il senso del rispetto, la volontà della pace non è affare semplice.
  5. In ogni caso: la guerra non risolve alcun problema ma esaspera gli animi. Se anche Hamas venisse distrutta resterebbe profondissima la rabbia e la voglia di rivalsa nelle generazioni future.
  6. L’aggressione compiuta da Hamas il 7 ottobre è stata disumana. Per qualcuno fu un suicidio politico; in realtà ha conseguito uno scopo: a causa dei sentimenti di rabbia, Israele e gli stati arabi moderati hanno interrotto le relazioni.
  7. L’attuale reazione di Israele non è condivisibile: la sua durezza è estrema. Ragiona secondo codici legati alla propria cultura e considera un valore l’uso delle armi; tuttavia coinvolge nella vendetta un infinito numero di innocenti (donne e bambini ma anche uomini). Serve tornare alla diplomazia.
  8. L’11 novembre, nel pomeriggio, c’è una riunione in patronato: invito chi può a partecipare. È importante che vi siano queste occasioni nelle quali discutere e far crescere la sensibilità pubblica. C’è la concomitanza con la festa di San Martino: i piccoli potrebbero andare a festeggiarlo in patronato e i grandi seguire l’incontro.

don Gianni

Lettera aperta del 5 novembre 2023

Inserito il 31 Ottobre 2023 alle ore 19:45 da Redazione Carpinetum

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La benedizione per i defunti

Inserito il 31 Ottobre 2023 alle ore 18:36 da Don Gianni Antoniazzi

Quando ci rechiamo alle tombe dei nostri cari eleviamo la preghiera al Signore. Non è una memoria: chiediamo che essi siano avvolti dalla vita e dall’amore del Padre. La Pasqua ci assicura che è una speranza certa.

In alcuni piccoli cimiteri di montagna, all’ingresso, c’è un recipiente di acqua benedetta. Chiunque entra può prendere l’aspersorio, fermarsi a pregare e invocare la benedizione sulla tomba dei propri defunti. Un gesto pieno di fede ma anche dal valore profondamente umano.

Per noi latini “benedire” significa “dir bene” di qualcuno o, al più, invocare la protezione di Dio. Nella cultura semitica significava invece riempire di vita (viene da barà = “creare” o “moltiplicare” sottinteso “vita”). Dio benedice Adamo ed Eva ed essi generano l’umanità. Benedice Abramo perché sia padre e da lui venga una moltitudine di credenti. C’era la benedizione dei campi e del popolo perché avessero una fecondità piena (Gn 1,22; Dt 33,13; 2Sam 6,11 ecc…). Alla benedizione compiuta con fede era legato il dono della Pace messianica, cioè di un’esistenza piena.

Questo gesto, compiuto sui defunti, spetta anche ai laici ed è una preghiera, un’invocazione del tutto legittima. In questi giorni, mentre celebriamo la loro memoria, in chiesa distribuiamo piccoli contenitori di acqua benedetta. Chi lo desidera li prenda e ne faccia uso per la benedizione del Signore sulle tombe dei propri cari.

don Gianni

Sante Messe 1° e 2 novembre 2023

Inserito il 27 Ottobre 2023 alle ore 08:00 da Redazione Carpinetum

Sante Messe 1° novembre: ore 8:30; 9:30; 10:45; 12:00; 18:30. In cimitero ore 15:00
Sante Messe 2 novembre: ore 10:00; 16:00; 18:30

Lettera aperta del 29 ottobre 2023

Inserito il 25 Ottobre 2023 alle ore 18:02 da Redazione Carpinetum

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La santità dei fragili

Inserito il 25 Ottobre 2023 alle ore 16:47 da Don Gianni Antoniazzi

Il 1° novembre celebriamo la Santità. Non si tratta di esaltare persone perfette. Al contrario, glorifichiamo la Pasqua che risana i fragili. Nel numero ci sono i nostri parenti e amici defunti: essi vivono di Cristo.

Mercoledì prossimo 1° novembre celebreremo la Solennità di tutti i Santi. Fra loro ci sono i nostri amici e parenti, i nostri compagni di cammino, che, grazie al Mistero pasquale, vivono col Signore. La loro è un’esistenza piena e se li contempliamo è per capire il giusto valore del tempo presente.

Qui noi viviamo una condizione di passaggio, scandita da un tempo rapido e non ne resterà pietra su pietra. Tuttavia la nostra è un’esistenza decisiva nella quale scegliamo fra la vita e la morte, il dono e il possesso, Cristo Signore o delirio di onnipotenza. Fondamentale vivere fin d’ora da risorti.

La santità, poi, non consiste in privazioni, stenti, digiuni e sacrifici. Questa immagine non corrisponde al Vangelo. È santo chi, pure in mezzo alle difficoltà, scorge la bellezza e la pace: quelle saranno il compimento nella gioia che ci attende.

don Gianni

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