Inserito il 29 Maggio 2016 alle ore 11:38 da Plinio Borghi
Un lascito consistente è quanto anela un erede da parte di chi muore in possesso di discrete ricchezze, specie se era in ottimi rapporti col “de cuius” e se questi, nel redigere il testamento, ha lasciato trapelare un buon margine di attenzione. Naturalmente, se vi sono più eredi, l’attesa confermativa delle aspettative è pregna di pathos, considerato che le sorprese non mancano mai. E l’evoluzione degli avvenimenti, dopo la lettura del sospirato documento, registra sovente un’elevata dose di litigiosità fra gli interessati. Il nostro sublime Maestro, che non finisce mai di stupirci, anche senza effetti speciali, ha come sempre invertito la logica delle cose. Prima di morire ha fatto un testamento impareggiabile, ricco di dettagli (riferiti da Giovanni che ci ha accompagnato nelle scorse domeniche), nel quale non solo non lascia spazio a interpretazioni di favore, ma addirittura spiega per filo e per segno qual è la “massa ereditaria” da dividerci: Egli stesso, con la sua Parola e la buona novella che è venuto a consegnarci. Con ciò, ha mantenuto la promessa di essere sempre con noi e ha soddisfatto tutte le attese che noi riponevamo in Lui. È andato oltre: ha voluto essere anche in noi, concretamente, dando mandato agli Apostoli di far memoria di quanto compiuto nel corso dell’ultima cena, mediante la trasformazione del pane e del vino nel suo Corpo e nel suo Sangue. Riceverlo nell’Eucaristia non è un rito formale: è una vera e propria accoglienza che ha come conseguenza la presa d’alloggio Sua, del Padre e dello Spirito Santo presso di noi, cosa che d’altronde aveva sempre garantito. Di più: l’invio dello Spirito Santo per farci capire ogni cosa è stata infine la “ciliegina sulla torta”, utile oltre a tutto a evitare litigi dei quali non ci sarebbe stato assolutamente bisogno. Purtroppo la nostra precarietà umana non ha saputo sottrarsi del tutto a quest’ultimo epilogo e le litigate, troppo spesso per futili motivi, si sono sprecate fino a creare divisioni indegne. Non parliamo poi dei conflitti e delle guerre scatenate anche fra noi, in nome dello stesso Dio, altrimenti scivoleremmo nella tristezza. Approfittiamo piuttosto dell’occasione che la liturgia ci offre con questa festa e che ci vede tutti attorno allo stesso desco a nutrirci con lo stesso cibo, per innescare uno scatto di ripresa unitaria, per volerci più bene senza rivalse stupide e per dimostrare riconoscenza di essere stati tutti così beneficati di un lascito prezioso.
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Inserito il 25 Maggio 2016 alle ore 14:52 da Redazione Carpinetum
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 29/5/2016. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
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Inserito il 25 Maggio 2016 alle ore 14:46 da Don Gianni Antoniazzi
Martedì prossimo, 31 maggio, ci sarà la conclusione del mese mariano. Siamo invitati al momento di preghiera che si svolgerà alle 20.45 in patronato e terminerà alle 21.30 con un rinfresco
Durante il mese di maggio ci siamo alternati nelle strade della parrocchia a pregare il Rosario. Anche in chiesa, ogni giorno, i ragazzi delle elementari e della prima media hanno avuto un incontro di preghiera festoso: sono stati sempre almeno un centinaio, ma talora anche oltre 300. Il lunedì i giovani si sono incontrati alle 19.15 nel presbiterio e hanno compiuto il loro cammino sostenuti da 3 testimonianze preziose: è stato un appuntamento efficace, davvero riuscito. Martedì prossimo, 31 maggio, ci troveremo per la chiusura del mese dedicato a Maria. Faremo in questo modo: alle 20.45 in patronato inizieremo la preghiera di mezz’ora e dopo ci sarà un rinfresco con la condivisione di dolci e bibite portati da chi può. Per le 21.30 è previsto il ritorno a casa. In questi giorni raccogliamo gli “album” di figurine per organizzare la premiazione. Lo portino tutti, perché a ciascuno sarà dato un segno di riconoscimento. Ai piccoli poi chiedo di portare un fiore, anche modesto, da offrire a Maria. I genitori ricordino un dolcetto o una bibita da condividere insieme. In caso di pioggia questo momento, in modo ugualmente solenne, si svolgerà in chiesa. Ringraziamo il Signore per il cammino dell’anno pastorale e per quanto fatto fin qui da tutti.
don Gianni
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Inserito il 25 Maggio 2016 alle ore 14:44 da Redazione Carpinetum
Con l’ultima settimana di maggio si conclude la recita del santo rosario presso i vari capitelli delle nostre vie. Un gruppo di adulti, accompagnato da don Claudio, si raccoglierà in preghiera davanti all’immagine della Vergine.
Domenica 29 in chiesa ore 17.15
Lunedì 30 via Poste Nuove ore 20.45
Martedì 31 Conclusione in patronato ore 20.45
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Inserito il 22 Maggio 2016 alle ore 12:06 da Plinio Borghi
La fedeltà coniugale è contrabbandata, statistiche alla mano, come una chimera, al punto che, inserita come uno dei doveri nella nuova legge per le unioni civili, si è poi preferito abbandonare l’idea. Questioni di merito? Questioni di opportunità? Apparentemente. Di fatto questioni di pudore: non c’è quasi più nulla nel nostro ordinamento che ne funga da baluardo, figurarsi se è il caso di pretenderla nell’ambito di unioni civili! Eppure, nei tempi, il principio l’ha fatta da padrone, in forme diverse, secondo gli usi e costumi dei popoli e le epoche di riferimento, e, quel che più conta, il concetto è sempre prevalso, almeno nelle intenzioni, pur se nella pratica la debolezza umana, talune tendenze sedicenti moderniste e la perdita di certi valori ne han minato la solidità. Chi invece non ha mai deflesso minimamente è stata la Chiesa, che ha sempre fatto della fedeltà un valore generale, a maggior ragione a fondamento del matrimonio indissolubile. “Bella forza!”, potrebbe esclamare il solito scafato, se non lo fa lei, almeno in linea di principio, allora crolla il palco e il disordine morale è garantito. Appunto, ma sbaglia chi pensa che si tratti solo di ruolo e coerenza. C’è in nuce un’origine teologica e dogmatica che risiede proprio nella SS. Trinità, che oggi celebriamo: nel mistero di questo Dio Uno e Trino si radicano i principi dell’amore e della fedeltà, che perciò diventano inamovibili. Pure i più sprovveduti, come me, non possono non percepire come lo Spirito Santo, frutto personificato del rapporto Padre-Figlio, abbia presieduto a tutti gli interventi di Dio, dalla creazione (e ce lo ricorda proprio la prima lettura di oggi dal libro dei Proverbi) al grande progetto di redenzione (incarnazione, morte e resurrezione) del Figlio, in obbedienza e simbiosi d’amore col Padre, e adesso nella fase di diffusione della conoscenza di quest’opera e di riconduzione del mondo al momento finale della gloria. Un’interazione che è palese ai nostri occhi e che il vangelo odierno si premura di confermare: “Molte cose ho ancora da dirvi, – dice Gesù – ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera”. L’abbiamo ricevuto a più riprese attraverso i Sacramenti, questo Spirito, e stiamo percorrendo la strada verso questa Verità. Una sola contropartita ci viene richiesta per arrivare fino in fondo: la fedeltà. Rivolgiamoci alla SS. Trinità affinché ci sia sempre di supporto.
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Inserito il 18 Maggio 2016 alle ore 18:09 da Redazione Carpinetum
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 22/5/2016. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
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Inserito il 18 Maggio 2016 alle ore 17:34 da Redazione Carpinetum
Continua ancora per questa ultima settimana di maggio la recita del santo rosario presso i vari capitelli delle nostre vie. Come sempre un gruppo di adulti, accompagnato da don Claudio, si raccoglierà in preghiera.
Domenica 22 in chiesa ore 17.15
Lunedì 23 via Sappada ore 20.45
Martedì 24 via Lorenzago ore 20.45
Mercoledì 25 via Cadore ore 20.45
Giovedì 26 via Ca’ Rossa (asilo) ore 20.45
Venerdì 27 via dei Pini ore 20.45
Sabato 28 via Miraglia ore 20.45
Domenica 29 in chiesa ore 17.15
Lunedì 30 Conclusione rosario
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Inserito il 18 Maggio 2016 alle ore 16:58 da Don Gianni Antoniazzi
L’estate è scandita da attività per bambini e ragazzi. In parrocchia, in asilo e ai campi è importante continuare a mantenere viva l’attenzione
Due anni fa, il capo della polizia, uomo buono e premuroso, ha chiesto al parroco di ospitare una famiglia di curdi: padre e madre giovanissimi, con due figlie di 3 e 5 anni. Per loro la parrocchia ha messo a disposizione un appartamento in Mogliano che si era liberato qualche giorno prima. Sembrava che dovessero stare appena un mese o due, visto che il Comune aveva disposto un alloggio diverso. Tuttavia, per motivi burocratici, la famiglia è rimasta ancora a Mogliano, in comodato d’uso gratuito.
Qualche giorno fa è accaduto un malanno. La mamma era scesa in magazzino a prendere del materiale quando, d’improvviso, ha udito un tonfo all’esterno. Uscita in cortile ha trovato la figlioletta distesa al suolo. Era caduta di testa, dal piano superiore, e non dava più segni di vita. I soccorsi sono stati immediati e subito si è parlato di un miracolo. La bambina non ha avuto conseguenze: è rimasta tre giorni in osservazione nel reparto di rianimazione a Treviso ed è già tornata a casa serena.
I carabinieri di Mogliano, per prassi, hanno chiesto un piccolo resoconto anche alla parrocchia. Dal punto di vista legale non ci sono stati interventi, ma è facile immaginare che se le conseguenze sanitarie fossero state diverse, molti avvocati avrebbero scrutato le responsabilità più varie.
In attesa di una soluzione opportuna, forse al don Vecchi 6, la famiglia sarà ospite in canonica al piano terra. Non è il caso ora di tornare a Mogliano: è già andata fin troppo bene; grazie a Dio.
Certo che le sorprese non mancano mai e nasce l’inquietudine per tutte le attività estive. Viene poi in mente il Germoglio, dove i piccini sono 170. Le maestre han fatto il corso di pronto intervento e sanno come agire nelle difficoltà. Mai però ci si può distrarre e la responsabilità resta gravosa, notte e giorno.
don Gianni
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Inserito il 15 Maggio 2016 alle ore 12:11 da Plinio Borghi
Ogni promessa è un debito. Per ciascuno di noi, uomini comuni, non ci piove: ne va dell’onore. Se poi c’entrano le persone che amiamo, specie i bambini, è imprescindibile. Non vale invece per chi è onorevole o aspira a diventarlo: la prodigalità nelle promesse va di pari passo col non mantenerle, in concorrenza con una particolare categoria di persone, quella dei marinai. La volta tanto che succede che vi adempiano, diventa un evento da sbandierare, non fosse altro che per accumulare qualche credito in funzione dei voti che andranno a chiedere al successivo turno elettorale. Gesù, come sempre, è di tutt’altra pasta: ha promesso di rimanere con noi e c’è tuttora fisicamente nell’Eucaristia; ha promesso di mandarci lo Spirito Consolatore, per aiutarci a capire tutto e darci la forza necessaria e così ha fatto e continua a fare; ha garantito di starci a fianco nel compimento dei prodigi necessari e c’è. Senza andare a cercare i grandi miracoli, quando guardo la pubblicità dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica, mi vien da pensare a quanti di quegli esempi sono sparsi nel mondo, a quanti “miracoli” compiano i nostri sacerdoti e i nostri missionari. E non solo loro. Quanti cristiani vivono con coraggio la fede! Quanti pervicacemente riescono a trasmetterla con l’educazione e con l’esempio! Quanti subiscono derisioni e angherie, financo il martirio, a causa di questa fede! E chi dà loro tutta questa forza? Lo Spirito Santo, ovviamente, portatore di tutti quei doni che ben conosciamo e che sono così puntualmente descritti nella Sequenza che precede il vangelo di oggi. Formalmente l’abbiamo ricevuto attraverso i Sacramenti, ne siamo stati “marchiati”. Di fatto lo Spirito sovrintende ogni nostra azione, tant’è vero che anche nel gergo comune, laico, chiamiamo spirito ciò che stimola (lo spirito di iniziativa, lo spirito di corpo..), ciò che ci fa capire (lo spirito della legge, lo spirito che anima un bel discorso..), ciò che ci spinge ad amare (lo spirito di solidarietà, lo spirito di fraternità..). L’azione salvifica della Chiesa nasce con lo Spirito Santo e opera nello Spirito Santo, alitato sui dodici dallo stesso Gesù al momento di conferire loro il mandato di rimettere i peccati e di legare quaggiù ciò che resterà legato anche in cielo. Non è cosa da poco, né da sottovalutare. Se il nostro cuore coltiva questa convinzione, sgorghi spontaneo il ritornello del Salmo Responsoriale: “Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra”!
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Inserito il 11 Maggio 2016 alle ore 19:40 da Redazione Carpinetum
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 15/5/2016. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
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