Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Il Santo Rosario per le vie (settimana 15-22 maggio)

Inserito il 11 Maggio 2016 alle ore 19:09 da Redazione Carpinetum

Continua per tutto il mese di maggio la recita del santo rosario presso i vari capitelli delle nostre vie. Tutte le sere ci sarà un gruppo di adulti che, accompagnato da don Claudio, si raccoglierà in preghiera.

Domenica 15    in chiesa ore 17.15
Lunedì 16    via Dri ore 20.45
Martedì 17    via Venturi ore 20.45
Mercoledì 18    via Montegrotto ore 20.45
Giovedì 19    via Vallon (Piavento) ore 20.45
Venerdì 20    via Passo Falzarego ore 20.45
Sabato 21    via Nuova ore 20.45
Domenica 22    in chiesa ore 17.15

Solennità di Pentecoste

Inserito il 11 Maggio 2016 alle ore 18:59 da Don Gianni Antoniazzi

Nella Pentecoste si rinnova il dono dello Spirito del Cristo che ci rende uomini e donne ricchi di carismi, liberi dal male, capaci di affrontare la vita con le sue fatiche a testa alta, sempre

Lo Spirito di Pentecoste offre carismi a ciascuno. Ognuno è straordinario. Anche i servi di Cana sono stati decisivi. Lo Spirito è ricchezza. Celebreremo Messa con il consueto orario festivo più la Veglia solenne il sabato alle 20.45. Al monastero di clausura ci sarà la “Porta Santa”. Chi, con fede, varca quella soglia può chiedere, secondo le condizioni previste, la misericordia completa (l’indulgenza) per sé o un defunto. C’è anche una nota pratica: è a rischio la “domenica comune”. Mentre stampiamo, le previsioni del tempo restano brutte. Alla fine della S. Messa delle 9.00 potremmo aggiungere un rito brevissimo di 5 minuti e poi congedare i ragazzi di 2a-3a-4a elementare per i quali era invece prevista una festa ai 300 campi.

don Gianni

Ascensione o assunzione?

Inserito il 8 Maggio 2016 alle ore 12:02 da Plinio Borghi

Ascensione o assunzione? Sono termini puramente convenzionali, come quello di “scendere” agli inferi o “salire” al Padre (collocazioni “gerarchiche”), usati tanto per rispondere ad altrettante forme convenzionali che noi usiamo per definire in via breve ciò che trattiamo. Tecnicamente siamo circondati dal cielo, sopra e sotto, per cui ogni altra realtà non fisica appartiene a dimensioni diverse che convivono tranquillamente con la nostra. Difatti nessuno dei quattro evangelisti parla di “ascensione al cielo” del Signore. Matteo non ne parla proprio; Marco, al penultimo versetto, dice “fu assunto in” (termine più passivo che attivo); Luca, lo sentiamo oggi, scrive “si staccò da loro e fu portato verso”; Giovanni nemmeno sfiora l’argomento. Anche negli Atti degli Apostoli, il cui capitolo primo è in lettura nella liturgia odierna, si parla prima di assunzione, poi si dice “fu elevato (sempre passivo) in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo”; subito dopo gli angeli, apparsi agli apostoli attoniti a fissare il cielo, ripetono: “Questo Gesù, che è stato tra voi assunto al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo..”. Se ne desume che, nei fatti, il Figlio dell’Uomo si è solo sottratto alla loro vista (la nube), ma non se n’è andato, tanto è vero che le ultime parole del vangelo di Matteo sono: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Poco prima aveva detto: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni … insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”. Io amo leggere l’Ascensione in questa chiave. A noi il compito di seguire il Maestro dando gambe alla buona novella, affinché arrivi ovunque (e dando il buon esempio, come si diceva un paio di domeniche fa), a Gesù quello da un lato di affiancarci e dall’altro di prepararci il posto al suo banchetto quando anche noi entreremo nella sua dimensione. Certo, ci vuol fede, almeno quanto quel famoso granello di senapa, altrimenti col fischio che compiremo prodigi. Soprattutto la consapevolezza che Lui ci è a fianco e quando non ce la facciamo, come diceva la nota poesia, Lui ci porta in braccio. L’ultimo versetto di Marco ci rassicura: “Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano”. Gli Atti stesi da Luca descrivono tutto ciò e non si riferiscono a fatti circoscritti nel tempo. Avvengono ancora. Basta darsi da fare e non intiepidirsi.

Lettera aperta dell’8 maggio 2016

Inserito il 4 Maggio 2016 alle ore 16:23 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta dell’8/5/2016. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Il Santo Rosario per le vie (settimana 8-15 maggio)

Inserito il 4 Maggio 2016 alle ore 15:41 da Redazione Carpinetum

Con maggio inizia il mese dedicato a Maria. Tutte le sere, presso i vari capitelli delle nostre vie, ci sarà un gruppo di adulti che, accompagnato da don Claudio, si raccoglierà pregando il rosario.

Domenica 8    in chiesa ore 17.15
Lunedì 9    via Grimani ore 20.45
Martedì 10    via del Parco ore 20.45
Mercoledì 11    via Gallina ore 20.45
Giovedì 12    via Portara ore 20.45
Venerdì 13    via Goldoni ore 20.45
Sabato 14     via Sem Benelli ore 20.45
Domenica 15    in chiesa ore 17.15

Spirito libero di Pentecoste

Inserito il 4 Maggio 2016 alle ore 15:40 da Don Gianni Antoniazzi

Il 15 maggio celebriamo Pentecoste. È la Solennità che, insieme alla Pasqua, fonda la fede cristiana. Celebra lo Spirito che libera in ciascuno l’energia più vera

A Pentecoste c’è il dono dello Spirito: dà la vita di Dio, libera il cuore, ricolma di doni. Lo Spirito di Cristo è sovrano, slegato dalle istituzioni, opera anche fuori dalle regole, si comunica anche a coloro che non hanno una piena apertura alla fede e gioca la propria partita su piani anche diversi dalla tradizione. Per questo la Pentecoste è per certi aspetti una solennità “spinosa”, nel senso che chiede un profondo rinnovamento alla Chiesa e ai credenti. Dio comunica la vita nel soffio dello Spirito: è necessario aprire le vele al suo vento per raccogliere l’energia della sua presenza. A parte l’impegno costante per questo cammino interiore, ci ritroveremo più giovani sia nel pensiero che nel cuore.

don Gianni

Paura e turbamento

Inserito il 1 Maggio 2016 alle ore 12:31 da Plinio Borghi

Paura e turbamento sono l’anticamera dello sconcerto e dell’avvilimento. Succede spesso di verificarlo nell’affrontare le vicissitudini della vita. A volte il passaggio è preceduto dalla titubanza e dall’incertezza, se entra in campo l’incognito, la scarsa percezione di quello che deve avvenire. Il tutto è accompagnato di norma da uno stato di ansia. Succede quando c’è da affrontare qualcosa per la quale pensiamo di non essere all’altezza (dal semplice andar per strada in momenti o luoghi critici al dover rendere testimonianza delle nostre convinzioni e della nostra fede), quando salutiamo qualcuno che se ne sta andando (da quello che parte per un viaggio lontano che lo impegnerà per lungo tempo a colui che ci è caro e sta concludendo la sua vita terrena) o quando ci accingiamo a concludere un’esperienza e sappiamo che verranno meno, nel prosieguo, legami e punti di riferimento. Ricordo ancora come fosse ieri la ripetuta esortazione del Papa San Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura!”. Ebbene, anche gli apostoli hanno vissuto tutti i sentimenti anzidetti, sia durante il lungo discorso testamentario che il vangelo sta riportando in queste domeniche, sia durante la passione di Gesù, seguita dalla sua morte, come dopo, quando non riuscivano a realizzare la sua Resurrezione (ricordiamo lo sconcerto dei discepoli di Emmaus e lo scetticismo di alcuni dei dodici che, non sapendo cosa fare, sono tornati a pescare). Nonostante tutte le raccomandazioni (“Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore”), non sarà diverso nemmeno dopo l’Ascensione, che celebreremo domenica prossima. È naturale che sia così, hai poco da raccomandare o da essere rassicurato (“se mi amaste, vi rallegrereste”): è nella natura umana mantenere l’apprensione finché non hai acquisito le certezze necessarie, che possono essere la cessazione di un’attesa (un ritorno), una guarigione, un mettere le mani su un bene a pieno titolo e così via. Lo sapeva anche il Maestro che non sarebbe bastata la pacca sulla spalla e annuncia quella che diventerà la chiave di volta del progetto di salvezza, quella che aprirà le menti alla comprensione e quindi alla consapevolezza, fatta prima di tutto di speranza (e cioè l’opposto della disperazione): la venuta dello Spirito Santo. Ecco il riassunto di ogni aspettativa, il perno di ogni prospettiva. Lo è stato allora per gli apostoli, siamo capaci di farlo diventare anche per noi?

Articoli successivi »