Sante Messe 1° e 2 novembre 2023
Inserito il 27 Ottobre 2023 alle ore 08:00 da Redazione CarpinetumSante Messe 1° novembre: ore 8:30; 9:30; 10:45; 12:00; 18:30. In cimitero ore 15:00
Sante Messe 2 novembre: ore 10:00; 16:00; 18:30
Sante Messe 1° novembre: ore 8:30; 9:30; 10:45; 12:00; 18:30. In cimitero ore 15:00
Sante Messe 2 novembre: ore 10:00; 16:00; 18:30
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 29/10/2023. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
Lettera aperta e altre informazioni sulla parrocchia possono essere consultate anche tramite il nostro bot Telegram ufficiale:
https://t.me/ParrocchiaDiCarpenedoBot
Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.
Mercoledì prossimo 1° novembre celebreremo la Solennità di tutti i Santi. Fra loro ci sono i nostri amici e parenti, i nostri compagni di cammino, che, grazie al Mistero pasquale, vivono col Signore. La loro è un’esistenza piena e se li contempliamo è per capire il giusto valore del tempo presente.
Qui noi viviamo una condizione di passaggio, scandita da un tempo rapido e non ne resterà pietra su pietra. Tuttavia la nostra è un’esistenza decisiva nella quale scegliamo fra la vita e la morte, il dono e il possesso, Cristo Signore o delirio di onnipotenza. Fondamentale vivere fin d’ora da risorti.
La santità, poi, non consiste in privazioni, stenti, digiuni e sacrifici. Questa immagine non corrisponde al Vangelo. È santo chi, pure in mezzo alle difficoltà, scorge la bellezza e la pace: quelle saranno il compimento nella gioia che ci attende.
don Gianni
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 22/10/2023. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
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Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.
La Chiesa mondiale sta camminando nel sinodo. Le parole chiave indicate, fin da principio, da papa Francesco erano 3: comunione, partecipazione e missione. L’ultima è la più difficile perché talora equivoca. In passato, su questo tema, ci sono stati errori. Indichiamo un percorso.
Il primo “luogo” di missione sono le nostre famiglie e il nostro ambiente. L’Italia che fino al 1940 era “naturalmente” cristiana ora si è accorta di avere un vuoto di fede. La vera missione si gioca qui.
Secondo: può annunciare Cristo chi l’ha incontrato: altrimenti è propaganda. Non basta aver studiato o avere un “titolo”. Se c’è un’esperienza di fede profonda non si fanno proseliti ma cristiani.
Terzo: la missione non serve per essere più numerosi, ma per donare quello che abbiamo ricevuto gratuitamente. Se siamo contenti della fede, se capiamo che è una ricchezza capace di cambiare la vita, allora diamo agli altri quello che abbiamo ricevuto perché anch’essi possano essere contenti.
Ultimo: la missione non si realizza parlando e dicendo. Parte dall’ascolto, dal fare insieme qualcosa. Prima serve la fiducia reciproca, ascoltare la vita altrui, poi si propone il Vangelo.
don Gianni
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 15/10/2023. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
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Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.
C’è stata la festa “degli Angeli”: si è lavorato più per le autorizzazioni che per le attività svolte. Per far scendere i professionisti dal campanile la parrocchia ha sostenuto una tale burocrazia da far ridere (o piangere) per la demenza. Ieri sera abbiamo toccato il fondo. È arrivata una lettera ufficiale con un elenco minuzioso di punti da osservare per essere “a norma”. Mica sono scemo. Il testo non conferisce protezione o vita alla parrocchia, ma ci scarica la responsabilità in caso di inadempienze.
Il punto è questo: qualcuno ritiene che una “norma di legge” potrà migliorare la nostra esistenza. Così, in pochi decenni le abitazioni e i trasporti, l’educazione e la sanità, l’alimentazione e lo sport, il tempo libero e le relazioni sono state sottoposte a regole sempre più confuse. Che poi questo abbia davvero aiutato la gente è del tutto secondario.
Facciamo un esempio: qualcuno può spendere 15 mila euro l’anno per la salute del suo gatto e qualche altro deve far vivere la famiglia intera con 540 euro al mese. Ma se le regole vengono rispettate tutto va bene. La “norma di legge” scarica le responsabilità finché il cerino acceso resta in mano al più ingenuo (o al più generoso) della catena.
Attenzione: la legge è sana ed è nata per aiutarci a capire quando siamo lontani dalla vita. È diventata poi un cappio al collo così che ogni terreno è minato da regolamenti insidiosi.
Per certi aspetti la dittatura più feroce aveva un vantaggio: si sapeva chi era carnefice (il dittatore) e chi vittima (il suddito). Con questo proliferare di norme non è altrettanto facile sapere chi sta dalla parte del torto e chi della ragione, se lo Stato o i cittadini.
“Summum ius, summa iniuria” dicevano i nostri vecchi romani (l’eccesso di legge è la massima ingiustizia) e loro avevano una briciola dei nostri codici. Il problema grave è un altro: ricuperare un minimo di fiducia reciproca. Il resto porta alla tomba.
don Gianni
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta dell’8/10/2023. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
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Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.
Da più di un anno, su lettera aperta non compare più la firma di Plinio Borghi: questo caro amico si è spento nei giorni scorsi, dopo una lunga malattia. Da parte sua aveva sempre conservato la speranza di superare questa prova e non era opportuno che lettera aperta gli rivolgesse un saluto anzitempo, quasi per certificare che non sarebbe tornato a scrivere.
Ora però che Plinio ha concluso la sua buona battaglia, desideriamo congedarci da lui con grande affetto e riconoscenza. Ogni settimana, puntuale e meticoloso, dava il suo apporto sul nostro settimanale. Aveva cominciato il servizio con don Armando. Ha continuato poi con don Danilo e infine con me, fino ad un anno fa, poco più.
Non si limitava a scrivere una riflessione sul vangelo della domenica. Ha aggiunto anche una collaborazione su L’incontro ove, in modo amabile, affrontava argomenti di varia natura, mantenendo una penna fresca e chiara.
Aveva poi la capacità di correggere le bozze e in questo era una spada affilata. Quando anche lettera aperta sembrava pronta per la stampa lui trovava innumerevoli sbagli e suggeriva correzioni puntuali. Altrettanto faceva con L’incontro: restituiva le bozze e, in modo professionale, annotava le correzioni. Non dimenticava nulla.
Abbiamo condiviso pellegrinaggi e fatiche, ma anche soddisfazioni e pranzi comuni. Adesso il Signore rivolga a lui la sua benedizione e gli doni pace oltre al centuplo per il servizio reso in questa comunità con tale professionalità e generosità.
Nota della Redazione: gli articoli di Plinio Borghi sono tuttora reperibili nell’archivio di lettera aperta e de L’Incontro ed anche, in parte, nella categoria dedicata in questo blog.
Nel mese scorso abbiamo celebrato 9 matrimoni e altri 4 ce ne saranno da qui a fine anno. Un numero modesto rispetto agli anni ’80 e ’90 ma pur sempre significativo anche perché alcune di queste coppie si sono inserite nella comunità cristiana e hanno portato festa nel territorio. Di più, domenica scorsa abbiamo vissuto la tappa dei lustri di matrimonio e anche in questo caso la festa è stata rilevante.
Gesù spiega così il senso della vita presente: un re organizzò il matrimonio del figlio. Gli invitati più notabili non si presentarono. Allora il sovrano domandò ai servi di chiudere il rapporto con costoro e di compiere un gesto tanto strano quanto splendido: andare per le strade a raccogliere persone modeste come poveri, storpi e zoppi, finché la stanza non fosse piena. Sono le persone semplici e talvolta fragili a edificare il clima della festa. Sono loro che spesso compiono la volontà del Padre, che cioè la vita sia lieta e ricca di speranza.
In questo periodo ricordo che l’abito nuziale va stampato nell’animo, non impiegato solo nel matrimonio. È un compito importante, vista la tristezza per i molti fatti negativi.
don Gianni
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