Inserito il 28 Ottobre 2012 alle ore 08:00 da Don Gianni Antoniazzi
Giovedì e venerdì prossimi la Chiesa celebra la solennità dei Santi e la memoria dei fedeli defunti. Portiamo con noi la speranza certa nella risurrezione, così come annuncia il Vangelo.
Pensando di fare cosa gradita ai lontani, qualcuno “riduce” la fede ad una proposta di vita sociale, quasi un codice etico di filantropia. Nulla di peggio. Il Vangelo è un annuncio centrato su Cristo salvatore, che si è consegnato alla morte e il terzo giorno l’ha vinta per noi. La fine è dunque un passaggio ad una vita completa e non ci spaventa più. Certo essa, la morte, è in qualche modo un giudizio nel senso che rende definitive le scelte maturate nel tempo: pro o contro Dio. Dopo quella non c’è possibilità di cambiamento. Ma il giudizio è anzitutto incontro con la misericordia suprema che cancellerà la fragilità della storia e farà risplendere l’intenzione più profonda del nostro cuore. A meno che non siamo del tutto chiusi nel nostro egoismo la nostra persona sarà riempita della vita stessa di Dio.
E nel momento della risurrezione avremo la compagnia di ogni nostro caro che abbiamo incontrato e amato. Giusto dunque pregare per chi è morto: 1000 anni sono come il turno di veglia nella notte, come il sogno del mattino che subito svanisce. Presto saremo di nuovo insieme in un eterno presente che non conosce l’ansia dello spazio e del tempo.
don Gianni
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Inserito il 26 Ottobre 2012 alle ore 19:31 da Redazione Carpinetum
Pubblicata anche online Lettera Aperta di questa settimana, la trovate nell’archivio.
In questo numero sono indicati orari e informazioni sulle celebrazioni della Festa di Tutti i Santi e della commemorazione dei defunti.
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Inserito il 21 Ottobre 2012 alle ore 08:00 da Don Gianni Antoniazzi
Ideologie e sistemi politici, anche moderni, dicono di cercare libertà: in realtà manovrano la vita personale. La fede in Cristo è diversa.
A mio parere c’è un principio evidente: le forze che si sono alternate nel governo della storia, hanno sempre finito per limitare la libertà dei giusti. Così pure le ideologie del passato hanno mostrato di non gradire l’altrui libertà di pensiero. La fede in Cristo cammina per strade diverse. Al giovane ricco che domanda di avere la vita eterna, Gesù risponde: “Se vuoi, va’, vendi, poi vieni e seguimi”. Quell’inizio è fondamentale. Il “se vuoi” regola il rapporto fra Dio e l’uomo: la fede è una proposta libera che domanda l’adesione volontaria di ciascuno.
Di più. Abbracciata la fede, la libertà cresce perché troviamo il perdono di Dio e siamo sollevati da tanti sbagli passati. Così, chi cammina nella fede, sente crescere man mano la propria libertà. Gli dei creati dalle mani umane, siano essi poteri di governo o ideologie filosofiche, piaceri della carne o dipendenze di varia natura, funzionano alla stregua del vitello d’oro (Libro dell’Esodo): chiedono di essere portati a spalla dal popolo. E rendono l’uomo sempre più servo.
Ecco a mio parere un indizio pesante per riconoscere la verità del Vangelo. Esso è la proposta più avvincente e completa, adatta ad ogni uomo. L’opera umana non ha mai fatto nulla di simile. Vale la pena rifletterci con la dovuta attenzione.
don Gianni
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Inserito il 19 Ottobre 2012 alle ore 19:55 da Redazione Carpinetum
Pubblicata anche online Lettera Aperta di questa settimana, la trovate nell’archivio.
Come sempre, se volete discuterne i contenuti potete farlo commentando questo post. Ogni messaggio, positivo o di critica costruttiva, sarà tenuto in considerazione!
Abbiamo inoltre pubblicato sul sito il Calendario Pastorale 2012-2013 in formato testuale quindi facilmente consultabile e riportabile nelle proprie applicazioni di uso quotidiano.
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Inserito il 14 Ottobre 2012 alle ore 07:30 da Don Gianni Antoniazzi
Questa domenica si apre l’anno della fede. Desidero proporre in questo numero e nei prossimi, dei contributi per incoraggiare la riflessione comune.
Ogni giorno compiamo atti umani di fede e fiducia. I bambini lo fanno coi genitori. Noi adulti abbiamo “fede” in una quantità smisurata di fatti sociali, economici, fisici e meccanici senza i quali non potremmo vivere. Anche l’amore si fonda sulla fiducia: c’è il tempo del “fidanzamento”, nel quale ci apriamo all’altro e il matrimonio che col segno delle “fedi nuziali” dichiara una fede definitiva reciproca. Bisogna essere attenti a questi aspetti della fede “umana” senza i quali ogni “credo in Dio” risulta vuoto e la religione si riduce a una semplice appartenenza culturale.
Purtroppo però l’attuale crisi riguarda appunto la fiducia fra noi. Perché preferiamo la convivenza a un amore stabile? Perché escludiamo i genitori anziani dalla vita? Perché contestiamo tanta parte della Chiesa? Perché spesso manca la fiducia nell’altro. O meglio: manca quella in se stessi (di qui una profonda tristezza) e poi nel prossimo e infine in Dio.
Noi cristiani abbiamo visto e toccato l’amore perfetto nel crocifisso di Nazaret. Sappiamo che Dio ci ama senza riserve, nonostante gli errori. E dunque impariamo a darci fiducia: la compassione di Dio per le nostre fragilità è per sempre.
don Gianni
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Inserito il 12 Ottobre 2012 alle ore 19:33 da Don Gianni Antoniazzi
Da un anno lavoro accanto a don Armando per la Fondazione Carpinetum ed è opportuno che la gente sappia il mio pensiero a suo riguardo.
Chi ci vede insieme riconosce quali e quante differenze ci siano fra me e lui. Eppure considero don Armando come un padre e da lui, come da tanti, so di avere molto da imparare.
Senza nulla togliere a don Danilo, vedo che molta parte della parrocchia di Carpenedo porta ancora la sua firma: pastore infaticabile di questa realtà ha lasciato qui il segno di 40 anni di lavoro indelebile.
Tutt’ora, nonostante l’età, continua a vivere in modo essenziale, sta in un piccolo appartamento esattamente come gli ospiti dei don Vecchi, si affatica in un lavoro tenace e coraggioso e, pur superati gli 80 anni, continua a progettare e a scommettersi su cose sempre nuove. Davvero la sua opera è così intensa da destare l’attenzione di tutti: le sue idee, la sua personalità sono così vive e incisive da obbligare chi lo incontra a prendere posizione: può essere accolto, come spesso accade o anche respinto, così come avviene nella libertà di ciascuno. Non può essere disprezzato: mai.
Ha una tale conoscenza della realtà mestrina e delle sue fragilità che, al suo confronto, gli interventi stessi del sindaco sembrano talora opachi.
Da lontano ho sempre seguito la sua vita. E pur essendo un altro rispetto a lui, mi riconosco in debito anche per molti aspetti del mio sacerdozio. Il Signore lo mantenga.
don Gianni
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Inserito il 12 Ottobre 2012 alle ore 17:27 da Redazione Carpinetum
Pubblicata anche online Lettera Aperta di questa settimana, la trovate nell’archivio.
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Pubblicata inoltre la Gazzetta dei Carpini con le immagini del "Rito dell’ammissione ai sacramenti" per i bambini di quarta elementare.
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Inserito il 7 Ottobre 2012 alle ore 07:55 da Don Gianni Antoniazzi
Nella fede dei primi secoli il battesimo degli adulti era la grande occasione per ricominciare la vita. Nulla impedisce a noi di fare la stessa cosa.
Vengono momenti di insoddisfazione, quando il passato sembra infruttuoso, costellato di fallimenti, contraddizioni e privo di dignità. E ci sono attimi di disperazione nei quali il sonno della morte sembra un vantaggio.
Il Vangelo conosce questi sentimenti e ci insegna che la santità non consiste nel “non peccare” ma nel saper sempre ricominciare il cammino. Il cristiano mantiene lo sguardo fisso su Cristo risorto, che vince le nostre fragilità e porta a compimento il bene uscito dalle nostre mani. Gli ostacoli e i fallimenti sono quelle cose terribili che ciascuno vede quando toglie lo sguardo da questa speranza. Gregorio di Nissa insegnava: “Il ricominciare è la dinamica più perfetta della natura umana”. Non è mai troppo tardi: un monaco ormai anziano ripeteva che “Oggi è il primo giorno della mia nuova vita”. Vale per ciascuno. Inutile cercare le colpe del passato, meglio trovare il rimedio e ricominciare il cammino.
All’inizio dell’anno pastorale deve prevalere non la fatica ma l’entusiasmo della ripresa. Preziosa a questo proposito una celebre sentenza di Ford: “Sta a te: puoi credere di farcela o credere di non farcela. In entrambi i casi i fatti ti daranno ragione” (H. Ford). Ecco: sta a te.
don Gianni
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Inserito il 6 Ottobre 2012 alle ore 00:53 da Redazione Carpinetum
Pubblicata anche online Lettera Aperta di questa settimana, la trovate nell’archivio.
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Segnaliamo che in occasione dei lustri di matrimonio di domenica scorsa è stato realizzato un servizio con le foto ricordo delle famiglie presenti assieme al parroco. Le foto sono disponibili in formato digitale ad altissima risoluzione in segreteria per chi le desidera. Per rispetto alla privacy si è scelto di non inserirle nella Gazzetta dei Carpini (non si tratta di foto di cronaca ma di foto ricordo).
Inserito in Notizie parrocchiali | Commenti disabilitati su Lettera Aperta del 7/10/2012 e foto ricordo dei lustri di matrimonio