Lettera aperta del 3 aprile 2016
Inserito il 30 Marzo 2016 alle ore 18:45 da Redazione CarpinetumAbbiamo inserito nel sito lettera aperta del 3/4/2016. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
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Continua la schiera dei martiri. 4 milioni hanno perso la vita per Cristo, metà di loro nel ‘900. Perché non reagire? Qualcuno ripete che, per fortuna, noi cristiani abbiamo incontrato l’illuminismo e abbiamo imparato il rispetto per la libertà e la persona. Piano. L’illuminismo, come nel caso delle altre ideologie, ha sempre usato forca, armi e ghigliottina in piazza. Suoi eroi sono i violenti. Dall’illuminismo francese è nato “il tempo del terrore” e poi la dittatura di Napoleone. La Francia, nelle sue colonie, non ha mai proposto il rispetto della persona e della libertà. Ha cercato il guadagno.
Per fortuna noi cristiani abbiamo invece incontrato il Vangelo. Cristo ha portato la propria Croce, non ha dato la ghigliottina ad altri. Veneriamo e imitiamo i Santi e chiediamo scusa per coloro che, sotto il vessillo di Cristo, hanno usato violenza. Sappiamo che a partire dall’apostolo Pietro, primo Papa, sia governanti che clero, col pretesto della fede, hanno usato la spada secondo i propri interessi. Nessuno lo nega. Gesù, però, e non l’illuminismo, ci impone di porgere l’altra guancia per fermare le spirali di violenza.
Le comunità cristiane avevano imparato in breve tempo il rispetto per la persona: donne, bambini, poveri e malati erano ai primi posti. Le alleanze politiche coi grandi del mondo ci hanno allontanato dal Vangelo. In questo modo sono bastate le orde dei barbari e altre fragili sfide a farci desistere dal profumo di Cristo. Credo che al mondo musulmano manchi il Vangelo non l’illuminismo. Le ideologie, in nome dei princìpi, hanno sempre dato la morte. Il cristianesimo, quello di Cristo, si è sviluppato col sangue dei martiri, non col ferro dei soldati. Forse la crescita dell’occidente non dipende solo dall’illuminismo, ma prima ancora da migliaia di uomini e donne che, pur con una vita umile e nascosta, hanno sostenuto la proposta cristiana e così hanno fatto lievitare la farina della società. Se avremo la forza di non cedere al terrorismo è per grazia di Cristo, non certo per le parole di Voltaire, Rousseau, Locke o Hume.
don Gianni
È Pasqua di Resurrezione.
Di chi? Di Cristo, nostro Signore!
Con forza gridarlo dobbiamo
al mondo intero: Lui ci ha detto
di farlo. Ma a quale mondo?
A chi insegue dei pazzi sfrenati
che puntano a strani califfati?
O a quei quattro terroristi folli
che si agitano senza controlli?
Sarebbe tempo sprecato!
A chi è sotto i bombardamenti
di forze stranamente alleate?
Non lo udirebbero nemmeno!
A chi s’è votato a combattere
battaglie non sue per prevalere
in fin su chi o che cosa, non sa?
Alzerebbe sprezzante le spalle
e ti farebbe brutalmente tacere!
A chi spaventato sta scappando
dalla sua terra, ormai sfiancato
a causa di una guerra infinita;
basito e anelante a nuova vita
in luoghi che gli han decantato,
ma a lui sconosciuti e ostili in cui
si sente a disagio trapiantato
e malamente a forza integrato?
Ti guarderebbe stralunato!
Gridarlo a chi? A chi piazza muri
e sicuri eleva ostacoli e barriere,
incurante di schiere di sbandati?
Allucinante! Alzando reticolato
perfin le orecchie s’è tappato!
E pure lo sguardo ha distolto
per non vedere il bimbo morto
e spiaggiato! A chi ha perduto
i propri cari nelle fredde acque
di mare scuro, nemico e muto?
Ti sentiresti alquanto a disagio,
specie se ti chiede ospitalità
e tu, impavido, temi il contagio
con chi viene da un’altra civiltà.
Allora cerca qui terreno fertile (!?)
in chi stupra e ammazza per farsi
forte della sua debolezza; uccide,
per vedere l’effetto che fa morire.
In chi butta alle ortiche la sua vita
rinnegando tutti i principi e i valori
ch’invano ebbe dai suoi educatori;
in chi trova conforto e riparo
in droghe e vizi e, non è raro,
mettendo in crisi la sua esistenza!
Dirlo ai bambini, vittime innocenti
sovente di adulti indecenti?
Cadrebbe di certo nel vuoto
senza esempi consistenti!
Allora? Eh sì, a una buona Pasqua
occorre por mano immantinente
con radicale CONVERSIONE
seguita a ruota e seriamente
da una concreta RIVOLUZIONE
per capire finalmente fino in fondo
e far capire così a tutto il mondo
cosa significhi RESURREZIONE.
Buona Pasqua a tutti!
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 27/3/2016. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
La Pasqua è un annuncio decisivo anche per chi non crede. Pietro e Giovanni che corrono al sepolcro non sono forse ancora increduli?
E Tommaso non è forse un uomo lontano dalla fede?
Così pure i due di Emmaus se ne vanno da Gerusalemme perché considerano incredibili le parole delle donne. Eppure il Risorto si fa vicino a costoro. Chi non crede intuisce che l’amore ha qualcosa in più della morte. Quando diciamo a una persona “ti amo” queste parole sono iscritte nell’eternità. Anche il Cantico dei Cantici, che pure non conosce Cristo, mette a confronto amore e morte e afferma che le “grandi acque” non possono spegnere l’amore.
Cristo ci ha amati di luce piena. Le tenebre e l’egoismo hanno provato a contrastarlo, ma il suo amore è andato oltre il sepolcro. La Pasqua ha questo messaggio: l’amore è più forte e la morte non è l’ultima frontiera. Questa idea interessa a tutti, anche ai non cristiani.
don Gianni
L’incidente in Spagna, gli attentati a Bruxelles, gli eventi cupi dei mesi precedenti e la crisi persistente rendono grigi questi giorni. Eppure l’annuncio di Pasqua supera ogni fatica: il Signore ha distrutto la nostra morte per sempre. Il resto conta meno. Ecco la ricchezza dei credenti: il Golgota non soffoca la luce del risorto. Qui sta il nostro augurio pasquale.
don Gianni
Domenica di Pasqua, 27 marzo, sarà anticipata la sveglia di un’ora. Passeremo infatti dall’ora solare a quella legale. Tutti siamo invitati a fare il possibile per non perdere la Santa Messa. Mi rivolgo soprattutto a chi frequenta l’Eucaristia delle 9.00. Tanto più che nel giorno della Pasqua la celebrazione è al centro della nostra fede cristiana in Cristo morto e risorto.
La saga dei voltafaccia sembra proprio concentrata in questa settimana, in cui registriamo l’epilogo della predicazione di Gesù, a partire dalla domenica delle palme, un tempo chiamata anche “II di passione”, quando si celebra la sua entrata in Gerusalemme, passando poi per l’Ultima Cena del Giovedì Santo, dove ci verrà consegnato il regalo più bello che il Salvatore potesse lasciarci, che è l’Eucaristia, e a finire con la morte e deposizione nel sepolcro il Venerdì Santo. Sono gli aspetti salienti della nostra fede, che troverà la sua ragion d’essere nella Resurrezione che festeggeremo domenica prossima. E come in tutti i copioni che si rispettano, i momenti più forti ed esaltanti sono accompagnati dalle trame più sofisticate, dai tradimenti eclatanti, dalle manifestazioni di falsità e di miseria umana più becere, tali da gridare vendetta al nostro cospetto, ma, purtroppo, “atti dovuti” per la realizzazione del grande progetto di salvezza. La prima sotto la lente è la folla osannante, che stende tappeti e sventola palme e che poi riapparirà all’“Ecce homo” con la bava alla bocca, schiumante di rabbia, a reclamare la condanna del sedicente Messia. Per carità, non tutti, anzi, la maggior parte subirà in silenzio, come nei “picchetti” che si rispettano: bastano pochi arruffapopoli per orientare una massa di norma informe (o bue, che dir si voglia). Poi va messa a fuoco la vicenda di Giuda, definito il traditore per antonomasia, ma che in sostanza forse puntava solo a una provocazione, sperando in una reazione clamorosa del Maestro, che però non c’è stata; da qui il suo ruolo chiave in questa storia e la conseguente auto impiccagione per fallimento. Segue la posizione squallida di Pilato, preoccupato di mantenere salda la sua ormai vacillante sedia di governatore. Misera poi, in questo frangente, la figura di Pietro, il quale, pur messo sull’avviso e deciso a difendere Gesù a costo di metter mano alla spada, poi lo rinnega per ben tre volte. Plateale, ma non isolato: e gli altri dov’erano? Tolto Giovanni, che poi ritroviamo con Maria sotto la croce, apostoli e discepoli si tengono a debita distanza dalla scena, fino al punto che, alla fine, con in mano un’eredità che non sapevano come gestire, se ne tornano a pescare. Poche pennellate di un quadro che non è ancora completo: manchiamo noi. Ciascuno si esamini e si collochi ora nel contesto. Se saremo onesti, almeno nel nostro intimo, non dovremo fare molta fatica.
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 20/3/2016. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
Con le Palme si apre la settimana più importante dell’Anno Liturgico. Contempliamo e riviviamo l’opera della nostra salvezza: la Morte e Risurrezione del Signore. Il testo della Genesi, con un linguaggio mitico, simbolico e sapienziale, narra la creazione in sette giorni. Dio distingue l’essere dal nulla, la luce dalle tenebre, il giorno dalla notte, le acque dall’asciutto, pesci, animali, piante e uccelli. Nella Settimana Santa l’uomo è rigenerato: si distingue il bene dal male, il dono della vita dall’egoismo, la morte dalla risurrezione. Non è un’opera umana, ma un capolavoro dell’amore di Dio. Chi accoglie questo dono porta in sé una fonte di vita nuova.
don Gianni