Abbiamo celebrato la Settimana Santa e la Pasqua. Scrivo qualche considerazione perché ciascuno faccia le proprie valutazioni. La comunità ha celebrato il Risorto con grande vitalità. Peccato per chi è andato via.
Scrivo qualche indicazione sui giorni della Settimana Santa e sulla Pasqua che abbiamo trascorso a Carpenedo anche per farne partecipi le persone che hanno profittato del “ponte” per fare qualche giorno di vacanza con la famiglia.
Premessa: solo il Signore conosce davvero la vita di ciascuno e Lui solo sa se, in questa Pasqua, qualcuno ha avuto un cammino di fede.
Intanto grazie. È necessario cominciare da qui: grazie ai molti che hanno lavorato senza sosta perché la Settimana Santa e la Pasqua fossero celebrate con cura. Grazie al gruppo delle pulizie che più volte ha dovuto riassettare la chiesa, grazie a chi ha preparato i fiori, le tovaglie, gli arredi, grazie ai chierichetti, ai lettori e ai ministri dell’Eucaristia. Grazie ai cori che hanno sostenuto col canto la preghiera di tutti (ci accorderemo meglio per la Messa delle 9:30 del giorno di Pasqua che di solito è davvero molto festosa). Grazie ai molti che hanno seguito la liturgia in ogni aspetto e hanno curato anche le questioni tecniche per le amplificazioni esterne (Via Crucis e processioni). Grazie anche al caro don Fausto Bonini che si è aggiunto alla nostra preghiera. Ne siamo stati onorati.
Più del previsto. Nei giorni precedenti molte famiglie sono partite da Carpenedo per recarsi da parenti, amici o raggiungere le seconde case. Tanti sono anche gli anziani che preferiscono seguire le liturgie alla televisione. L’impressione però è che ci sia stata più gente di quanto ci si potesse aspettare. Per esempio: la sera di Pasqua è stata una sorpresa vedere la chiesa piena in ogni suo spazio.
Incontro col Risorto. La Pasqua non celebra soltanto la Risurrezione del Signore ma, più ancora, il nostro incontro personale (e comunitario) con Cristo Signore. Questo incontro è avvenuto? Stando ai colloqui personali in molti casi c’è stata la grazia di questo dono: se così fosse rendiamo grazie al Signore.
Veglia troppo ricca? Don Vincenzo mi ha fatto notare che la celebrazione della Veglia è stata fin troppo ricca: liturgia del fuoco e del cero, canto dell’Exsultet e letture; liturgia dell’acqua, battesimi, cresime, comunioni e celebrazione della Messa. Si è forse dato poco spazio a qualche aspetto? Da parte mia ritengo che la Veglia sia la celebrazione dei “Sacramenti pasquali”, cioè del Risorto e della Vita dell’Eterno lasciata in dono a ciascuno. La Veglia dovrebbe celebrare questo più che i singoli elementi di cui è composta. Già così la celebrazione è durata oltre un’ora e mezzo: non credo si potesse dare ulteriore spazio ad ogni singolo aspetto. I lettori mi riferiscano pure le loro opinioni quando vorranno.
Confessioni. In tutti gli orari indicati, in chiesa c’è sempre stato almeno un sacerdote per le confessioni. Ho da notare che, per quanto mi riguarda, ho confessato più degli anni scorsi. Le ore che ho trascorso in chiesa sono state completamente occupate nel sacramento della Riconciliazione. Serve qui far presente che anche i nostri giovani si sono confessati molto più che in passato: quando c’è stata la loro liturgia penitenziale, quasi tutti hanno voluto accostarsi al sacramento. Ringrazio tanto gli educatori.
Via Crucis. La Settimana Santa è composta anche da riti tradizionali. La Via Crucis è uno di questi. È stata frequentata a sufficienza? Per qualcuno sì, per altri no. All’ultima stazione abbiamo riempito la chiesa: eravamo però in due parrocchie. Per la strada pochissima gente ha espresso segni di partecipazione (un lumino, una luce…). Insomma: se vogliamo continuare a ri-presentare i segni della tradizione, dovremo trovare la strada giusta per viverla in modo adatto anche ai tempi che cambiano. don Gianni