Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Una Quaresima serena

Inserito il 8 Febbraio 2024 alle ore 17:23 da Don Gianni Antoniazzi

Mercoledì 14 febbraio inizia il cammino di digiuno e penitenza per rinnovare la nostra persona e celebrare la Pasqua di Risurrezione. Il primo passo è abbandonare la tristezza che ci tiene inchiodati.

Mercoledì prossimo, 14 febbraio, ha inizio la Quaresima. Celebriamo l’imposizione delle Sacre Ceneri alle 17:00 (per bambini, ragazzi e famigliari), alle 18:30 e 20:45 (liturgia della Parola).

Ci vengono proposti digiuno, preghiera e carità per giungere rinnovati alla Pasqua. Sia chiaro: non si tratta di un cammino triste, ma sereno, di speranza e di gioia. Il figliol prodigo era contento di tornare a casa e lì ha trovato festa. Zaccheo, pieno di gioia, scese dall’albero per cenare con Gesù e cambiare vita. I documenti di papa Francesco, scritti per la conversione della Chiesa, hanno sempre un titolo pieno di allegria: Evangelii gaudium (24 novembre 2013), Amoris laetitia (19 marzo 2016), Gaudete et exsultate (19 marzo 2018), Laudate Deum (2023) ma anche Veritatis gaudium (8 dicembre 2017) e l’inno Laudato si’ (24 maggio 2015). Bello anche il libro “ti auguro il sorriso per tornare alla gioia” (2020).

In effetti ogni progresso, pur faticoso, riempie il cuore di letizia. Se la Quaresima fosse interpretata solo come una serie di divieti, non andremmo da alcuna parte. Se in essa, invece, riconosciamo una proposta che ci fa cantare il cuore, allora andremo lontano.

don Gianni

Madonna di Lourdes

Inserito il 1 Febbraio 2024 alle ore 12:22 da Don Gianni Antoniazzi

Domenica prossima, 11 febbraio, ricorre la memoria della Madonna di Lourdes. Giovanni Paolo II ha associato a questa data anche la festa del Malato. La nostra parrocchia ha una lunga devozione legata a questi eventi.

Il fatto: l’11 febbraio 1858 la Madonna apparve per la prima di 18 volte a Bernardette Subirous nella grotta di Massabielle, tra i Pirenei francesi. Le apparizioni di Lourdes vennero ufficialmente riconosciute dal vescovo di Tarbes il 18 febbraio del 1862. Lourdes è meta incessante di circa 5 milioni di ammalati che invocano protezione e conforto. Sono circa una settantina i miracoli di guarigione giudicati inspiegabili e riconosciuti dalla Chiesa. Ben più numerose sono le conversioni.

La fede: so bene che la Salvezza viene dalla Pasqua di Cristo e dal dono del suo Spirito, non dalle apparizioni del 1800. Su quelle siamo liberi di credere o meno. Ogni domenica, Pasqua della settimana, rinnoviamo la Redenzione: l’Eucaristia umile, ordinaria, celebrata insieme e talora disprezzata è la base della vita di fede.

La situazione: la gente arriva a Cristo per innumerevoli strade, anche diverse da quelle previste nella “teologia” ufficiale. Non è giusto avvilire chi cerca Cristo, anche con modi che non corrispondono alle nostre attese. Dunque: se la Messa della domenica è giustamente il punto di riferimento, domenica 11 febbraio intendiamo onorare comunque la Vergine Maria alla quale molti si rivolgono col titolo di Madonna di Lourdes. Alla fine di ogni celebrazione andremo alla “grotta” per fare la preghiera di affidamento, soprattutto dei malati. I teologi raffinati storceranno il naso? Pazienza: prima o poi impareranno che la buona battaglia della fede si combatte su tutti i fronti e si vince con le armi più diverse. don Gianni

Europa e pace: parole

Inserito il 24 Gennaio 2024 alle ore 16:00 da Don Gianni Antoniazzi

I conflitti in Ucraina e Israele sono alle porte d’Europa. Noi li guardiamo, quasi da spettatori. Annunciamo azioni diplomatiche ma non abbiamo l’autorevolezza necessaria per qualche risultato.

Ci sono conflitti sanguinosi alle porte dell’Europa. Le “autorità” dell’Unione annunciano di continuo azioni diplomatiche. Tuttavia, per valutare quanto sia autorevole la “parola” europea, basta un esempio (cfr Strauss): i 10 comandamenti sono formati da 274 vocaboli (nell’Ebraico meno), la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti da 300, le disposizioni europee sull’importazione di caramelle sono un documento di 25.911 parole. Il lettore capisce da solo che il linguaggio europeo è privo di spessore.

Il problema non sta nella nostra forza militare – tra l’altro spendiamo più degli USA – e neppure nella politica estera. È una questione interna: ci manca personalità, senso di appartenenza, una storia comune, una visione d’insieme: basta considerare la questione dei migranti, quando ogni Stato ha dato spazio all’egoismo nazionale (Liliana Segre).

L’espressione europea è poco più di una ranocchia. Una rana però che, nel linguaggio, vuol gonfiarsi come un bue e, oltre alla brutta figura, rischia spesso di scoppiare. Tutti ammirano la nostra arte, sono incantati dalla ricchezza culturale passata… ma la situazione attuale non fa battere il cuore a nessuno.

Se l’Europa guarda attraverso l’Atlantico vede l’aquila americana, ma quando gli altri guardano verso di noi vedono solo la parte posteriore di uno struzzo.

don Gianni

Il nostro Centro Infanzia

Inserito il 17 Gennaio 2024 alle ore 20:07 da Don Gianni Antoniazzi

In questo periodo dell’anno le famiglie decidono sulle scelte scolastiche dei figli. Chi ha bambini molto piccoli guarda anche quali strutture possono svolgere il servizio Nido. Noi presentiamo “Il Germoglio”.

Grazie a Dio la parrocchia di Carpenedo ha un Centro Infanzia con scuola materna e nido. È il frutto del lavoro di generazioni intere che si sono alternate per sostenere questo servizio e renderlo poco per volta un’eccellenza del territorio.

“Il Germoglio” conta oltre 110 anni di attività. C’è anzitutto il nido con più di 50 posti e 10 dipendenti. È accreditato dalla Regione Veneto con controlli periodici raggiungendo sempre i migliori standard qualitativi e il massimo punteggio. Dal lunedì al venerdì accoglie bambini dai 12 mesi fino ai tre anni, con qualche eccezione. La giornata inizia alle 7:30 del mattino e offre un orario flessibile: c’è la possibilità di un tempo breve con il pranzo; c’è il part-time fino alla merenda; c’è poi l’offerta del tempo pieno che copre le famiglie fino alle 16:00 del pomeriggio e, se i genitori trovassero qualche intoppo nella giornata lavorativa, è data l’opportunità di tenere i figli custoditi fino alle 17:00 o anche oltre. L’offerta include sempre un progetto educativo con attività ludico-formativa, sia al mattino che al pomeriggio (compreso l’inserimento dell’inglese). In genere, dopo il pasto, i bambini riposano nella stanza dedicata alla nanna per circa due ore. Al momento, del risveglio le educatrici si dedicano alla loro cura e igiene personale, in attesa della merenda pomeridiana.

Nel Centro Infanzia “Il Germoglio” c’è poi la grande scuola materna. Conta di 4 sezioni per un totale di circa 120 bambini. È facile descrivere questa struttura perché corrisponde ai requisiti previsti anche dalla scuola pubblica e conosciuti ovunque da decenni. L’asilo è infatti, in tutto e per tutto, una scuola paritaria, promossa, tra l’altro, col massimo punteggio. Vi sono insegnanti qualificate che seguono con gioia i bambini. Tutte partecipano a corsi di aggiornamento e si distinguono per i risultati educativi.

Questa è ancora una delle poche scuole con una cucina e dei cuochi interni certificati. La struttura del Centro Infanzia si fa garante per la qualità del cibo, e riesce ad offrire alimentazione differenziata anche in base alle necessità dell’ultimo momento. Ampie stanze pavimentate con materiale isolante e gioiosamente arredate accolgono i bambini per i loro giochi. Unica struttura della zona, offre tre spaziosi giardini esterni ove i bambini stanno volentieri durante la bella stagione ed hanno modo di giocare anche nelle giornate invernali soleggiate. La collaborazione con le famiglie è continua.

Frequentando il nido c’è la garanzia di poter entrare poi alla materna (ove ci sono sempre più richieste dei posti disponibili), comprendendo anche un progetto di continuità nido-materna per far conoscere ai piccoli la realtà della scuola futura, agevolando il successivo passaggio.

don Gianni

Carnevale e radici religiose

Inserito il 10 Gennaio 2024 alle ore 17:05 da Don Gianni Antoniazzi

Dopo l’Epifania inizia il tempo di “carnevale” che culmina nelle feste del Giovedì e Martedì Grasso, prima dell’inizio della Quaresima. Il periodo di trasgressione è celebre a Venezia, ma imbarazzante per la fede.

Parliamo del Carnevale perché, se Dio vuole, il 4 febbraio (fra 15 giorni) lo festeggeremo con bambini e giovanissimi. La festa ha radici lontane: la troviamo nella civiltà egizia, greca e poi romana. Il rapporto col Vangelo non fu facile. Solo nel 1468 papa Paolo II, amante delle feste e della buona cucina, volle indire solennemente il Carnevale nella città di Roma mettendo fine a secoli di ostilità.

La parola Carnevale deriva dal latino carnem levare (eliminare la carne), o forse carnem vale (carne addio) e indicava il banchetto prima della Quaresima. Fin dal principio, però, questo era concepito come un periodo di trasgressione: ci si maschera il volto, se ne combina di cotte e di crude, si ride, si mangia, si beve, si balla, si scherza su tutto e su tutti, salvo diventare serissimi quando si fanno i conti. Sì, perché il Carnevale è (anche) un grosso affare.

Secondo i dati Cna del 2017, in Italia si fatturano 200 milioni di euro: al primo posto Venezia, con 55 milioni, poi Viareggio (26 milioni), Ivrea (2,5 milioni), e gli altri. Da segnalare solo questo: nella nostra città, il Carnevale è a uso di fotografi, poco più.

Non condanno la festa, per quanto in alcune parti del mondo (come in Brasile) sia del tutto trasgressiva. Anche Gesù ha partecipato a banchetti e danze del tempo, al punto da essere chiamato “mangione e beone”, amico dei pubblicani e dei peccatori (Mt 11,19).

Noi non ci vergogniamo di dire che domenica pomeriggio, 4 febbraio, faremo festa. Anzi. Abbiamo l’ardire di chiedere ai genitori di darci una mano e di lasciare in segreteria il nome di chi fosse disponibile. Questo perché la fede non limita, ma compie anche la gioia della persona.

don Gianni

Periodo di stanchezza

Inserito il 3 Gennaio 2024 alle ore 16:21 da Don Gianni Antoniazzi

Negli ultimi tempi sembra di vedere tanta gente affaticata, senza vigore e interesse. Davanti a noi sta il lavoro di ripresa per il nuovo anno. Serve ritrovare energia ed entusiasmo per affrontare sereni le sfide future.

Sarà perché gli anni passano per tutti e anche per me la tappa dei 60 anni non è così distante, sarà perché nell’ultimo periodo abbiamo tirato non poco la corda, sarà perché ci sono sempre parecchie scadenze da onorare e non si finisce di dare attenzione ad una tappa che già se ne apre un’altra… Insomma: è ben possibile che anzitutto io sia stanco, tuttavia mi sembra di leggere in molte persone, anche lontane dalla parrocchia, i segni di una fatica marcata.

Dal 7 gennaio riprende il corso del nuovo anno: vengono riaperte le scuole e iniziano le attività quotidiane con le tappe della vita ordinaria. Di fronte a questi impegni, tanti mostrano un affaticamento più marcato del solito. Se mi chiedessero quali siano i segni esatti di questa fatica confesso che non saprei cosa rispondere, tuttavia mi sembra di non scrivere a vanvera.

Che sia il caso di prendere un ricostituente? No: a mio parere non si tratta di una fatica biologica, ma spirituale, legata al vuoto. La gente che non ha una direzione precisa e un senso compiuto, finisce per essere addirittura più stanca di chi lavora alacremente. Si tratta dunque di ritrovare un orientamento spirituale, capace di orientare la vita. Con questo spirito mi permetto dunque di segnalare che per la Quaresima riprenderemo anche il percorso della catechesi per gli adulti. Chi vuole cominci a tenerne conto.

don Gianni

Una tantum licet

Inserito il 28 Dicembre 2023 alle ore 18:31 da Don Gianni Antoniazzi

Giovanni Battista, protagonista dell’Avvento, ha avuto il coraggio di dire apertamente la verità, al prezzo di perdere la testa. È una “licenza” che ci prendiamo solo ogni tanto, pensando al bene comune.

Dopo la morte di Giulia Cecchettin, molti hanno levato la voce contro il femminicidio. Alte cariche dello Stato, delle istituzioni politiche e religiose hanno manifestato sconcerto. Poi, alla prova dei fatti, che seguito c’è stato?

Facciamo un esempio. Martedì 28 novembre, a Salsomaggiore, è stata uccisa Meena Kumari. Non c’è una sentenza, ma ogni sospetto ricade sul marito. Erano passati 10 giorni dalla morte di Giulia. Alzi la mano chi di noi ricordava il nome di quella povera donna.

Noi che facciamo il servizio del giornalismo talvolta ci muoviamo sull’onda dell’emozione più che sulla testimonianza della verità, ma quale voce pubblica si è schierata per Meena Kumari? Qualcosa si è detto ma presto è sceso il silenzio.

Allo stesso modo, mercoledì 20 dicembre, in Iran, è stata impiccata Samira Sabzian. A 15 anni è stata data in sposa a un uomo violento ben più vecchio. Dopo 5 anni di umiliazioni e soprusi lei s’è ribellata al marito e l’ha ucciso. È stata uccisa dopo 10 anni di carcere duro, fra gli applausi del regime (maschi e femmine). In Europa e in Italia chi l’aveva difesa? Ci sono state dichiarazioni postume: quasi una carezza lasciata sulla tomba del caro estinto. Poco più che un gesto di buona educazione.

Viene da chiedersi se siamo mossi da giustizia e verità o dall’emozione e dall’interesse per il calcolo dei voti.

don Gianni

Un Natale “imprevisto”

Inserito il 21 Dicembre 2023 alle ore 12:10 da Don Gianni Antoniazzi

L’immagine riprende la stampa di un antico messale che alla data del 25 dicembre registra il Natale. Gesù però può nascere nella nostra vita anche senza preavviso, in altri momenti della vita.

A tutti gli auguri di un buon Natale.

Quando il Signore viene a visitarci? La nostra agenda è sempre più organizzata e abbiamo programmi condivisi che ci aiutano a fissare appuntamenti di ogni sorta. Non c’è spazio per l’imprevisto di Dio. Eppure, il Natale cambia i progetti di Maria e di Giuseppe. Talvolta è proprio negli imprevisti che Gesù manifesta la sua presenza.

Lunedì mi hanno chiamato per impartire un’estrema unzione. Gli impegni fissati erano già parecchi, ma c’è stato il tempo anche per questa emergenza. La persona anziana, oramai sopraffatta dal dolore, esprimeva la presenza di Gesù: “ero malato e sei venuto a visitarmi”. È stato un fuori programma in una giornata già molto piena e dopo quel momento è stato necessario andare di fretta per rispettare gli impegni presi.

Eppure l’incontro con Gesù, talvolta è proprio così: viene nella nostra vita come un imprevisto che domanda di essere colto.

don Gianni

Riprendiamoci il Natale

Inserito il 13 Dicembre 2023 alle ore 18:36 da Don Gianni Antoniazzi

L’Avvento è iniziato da pochi giorni eppure, viste le coincidenze di calendario, siamo quasi al Natale Questo è il momento di puntare all’essenziale, senza lasciarsi distrarre dalle seduzioni commerciali.

Lunedì 25 dicembre il Signore rinnoverà per noi la grazia della sua nascita. Non è un fatto magico o utopico. Gesù ha sempre camminato con noi secondo il ritmo del nostro tempo. Quando celebriamo la sua nascita Egli rinnova davvero per noi la grazia del Natale. Lo fa nella celebrazione della Parola e dell’Eucaristia. Chiedo, se possibile, di non perdere l’incontro con questa Gioia.

Da tempo ci hanno derubato del Natale. Anzi: ce lo siamo tolti di mano da noi stessi. La Festa ha esaurito la sua forza quando abbiamo cominciato a ridurla a buoni sentimenti, veglioni, regali, montagna e neve. No: il Natale è Dio che entra nella vita quotidiana per cambiarla e salvarla. Chiunque lo può incontrare: nessuno è indegno o escluso. Certo: serve prepararsi e cioè, come i pastori e i magi, diventare cercatori dell’Eterno. Quando la nostra è una porta aperta lui non mancherà di entrare.

don Gianni

Non c’è posto per loro

Inserito il 6 Dicembre 2023 alle ore 19:44 da Don Gianni Antoniazzi

A Natale Maria e Giuseppe faticano a trovare un alloggio adatto al parto. È il problema di tante famiglie che non hanno uno spazio adeguato al futuro. Serve cambiare la legge.

A Mestre non c’è spazio per coppie giovani né per genitori con figli piccoli: a costoro nessuno concede volentieri un affitto. Si preferisce dare alloggio a studenti o turisti… oppure tenere chiuso. Anche alcune agenzie immobiliari si muovono in questo senso. La ragione è presto detta: una legge del 1978 prevede che non sia facile sfrattare famiglie con figli piccoli. Prima serve trovare un alloggio adeguato ai minori e, se non si trova, il Comune dovrebbe provvedere.

Ora: a Mestre le case pubbliche sono un miraggio. Risultato: chi ha figli piccoli è tentato di non pagare neppure l’affitto visto che non può essere allontanato. Bene, penserà qualcuno, è una buona difesa per i piccoli! E invece no: l’effetto è opposto. Faccio la benedizione per le case e tocco la realtà. Nei fatti, il divieto di sfratto ha tolto l’alloggio proprio alle famiglie più giovani: anche su suggerimento dei professionisti del settore, i privati hanno smesso di locare le case a chi porta con sé figli piccoli. Per questa ragione la parrocchia e la Fondazione Carpinetum ricevono parecchie richieste di aiuto in tal senso.

Se non si cambia la legge, Mestre rischia di diventare un dormitorio per soli anziani. Badiamo bene: di per sé gli alloggi non mancano e non servirebbe costruirne altri. Sarebbe invece necessario assicurare ai proprietari di immobili maggiore tutela per il loro bene. Allora le porte si aprirebbero più facilmente.

Mi dicono che ci sarebbe già una proposta di legge per favorire sfratti più rapidi. Non ho le competenze in materia, ma ho sentito l’opinione di una signora, da decenni ufficiale giudiziario incaricata di liberare gli appartamenti: anche lei ha un parere analogo al mio.

Sia chiaro: questa non è propaganda in favore di un partito, avrei soltanto il desiderio di usare gli spazi vuoti per le famiglie. Chi ha idee migliori si faccia avanti.

don Gianni

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