Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Gazzetta dei Carpini del 28 febbraio 2014

Inserito il 28 Febbraio 2014 alle ore 23:58 da Redazione Carpinetum

Pubblicato un nuovo numero della Gazzetta dei Carpini con le foto della festa di giovedì grasso al Germoglio!

Ringraziamo Gianni Finco per il bellissimo servizio fotografico.

Inizio della Quaresima

Inserito il 26 Febbraio 2014 alle ore 16:22 da Redazione Carpinetum

Mercoledì prossimo, 5 marzo inizia la Quaresima di digiuno e penitenza. Siamo invitati alla Santa Messa delle 18.30 con l’imposizione delle ceneri. Per chi non può partecipare c’è un’altra celebrazione alle 8.30 in monastero e alle 20.45 in chiesa.

Lettera aperta del 2 marzo 2014

Inserito il 26 Febbraio 2014 alle ore 16:16 da Redazione Carpinetum

Pubblicata anche online lettera aperta del 2/3/2014. Come sempre aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Ricordiamo che il fondo del parroco e le meditazioni vengono pubblicate la domenica, coerentemente con il giorno al quale sono dedicate e cui spesso fanno riferimento.

Siamo esterrefatti…

Inserito il 23 Febbraio 2014 alle ore 12:29 da Plinio Borghi

Siamo esterrefatti di fronte all’escalation della sopraffazione e della criminalità, per la quantità dei casi e la loro modalità. La gratuità di certi gesti efferati non ha motivazioni, nemmeno le più turpi e becere. La nostra razionalità può concepire assalti in grande stile per rastrellare il caveau di una banca o gli arredi preziosi di una villa, ma un massacro barbaro e truculento per quattro spiccioli, una letale aggressione per un po’ di sesso, una devastante spedizione punitiva per gelosia o per eliminare barboni e stranieri scomodi, un femminicidio solo come affermazione della propria pseudo superiorità, un bullismo sempre più pesante anche fra ragazzine, le adolescenti che spacciano o si vendono per droga, i bambini che si pestano per un cellulare, ecc., ecc., è troppo anche per una fervida e distorta immaginazione. Qualcuno potrebbe obiettare che fatti del genere sono sempre esistiti e che è solo il livello di informazione ad essere cresciuto. Non è vero. È vero invece che un tempo solo in certi ambiti e da certe categorie di persone ci si poteva aspettare fenomeni analoghi, ma la gran parte della gente comune viveva con discreta tranquillità, frutto di una società moralmente strutturata e basata su principi generali scontati, non necessariamente legati a fattori religiosi. La deriva ha origine proprio dal progressivo sgretolamento di questi principi, magari a causa di un’evoluzione distorta di cultura e benessere. E qui torna a fagiolo la buona novella di duemila anni fa, sempre viva e attuale anche in questa nostra realtà. È un messaggio che invita a porgere l’altra guancia, a lasciare anche il mantello a chi ti ruba la tunica, ad amare anche il proprio nemico. Dice: “Ma ad essere remissivi ci si rimette sempre!”. No, la nostra cultura cristiana è nata da stuoli di martiri, Cristo in testa, e i grandi trasformatori sono sempre stati i pazienti, come Buddha, e i non violenti, come Gandhi. San Paolo oggi ci dice che noi siamo tempio di Dio e che se ci distruggiamo eliminiamo anche Lui, per cui “Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio”. È impellente lavorare sulla nostra presunzione e sul nostro egocentrismo, se vogliamo aspirare ad una società normale.

La gioia di un cammino stabile

Inserito il 23 Febbraio 2014 alle ore 08:00 da Don Gianni Antoniazzi

Qualcuno poggia la vita sul giudizio altrui. È un cammino instabile: tanto preoccupati di piacere agli altri da rinunciare alle nostre peculiarità. I doni di Dio vanno offerti. Non giova nasconderli.

La paura del giudizio altrui ci costringe a un delicato equilibrio, indecisi sulle scelte e instabili nei sentimenti. Siamo quasi preoccupati di mimetizzarci nella massa piuttosto che far risplendere le doti delle nostre capacità. Se la gente va a destra, anche noi con loro. Se spinge a sinistra, si cambia casacca. Questa instabilità non è un gesto di furbizia. Al contrario: l’equilibrio che cerchiamo di mantenere ci intristisce, perché alla fine ci riscopriamo incompiuti.

Quanto è gioioso invece il cammino stabile di chi scopre se stesso e mette a frutto i propri carismi per il bene di tutti! Le sue qualità non sono un colore chiassoso e volgare, la sua non è una nota stonata. Al contrario valorizza quanto c’è di bello intorno. L’apostolo Giacomo nella sua lettera scrive: chi esita somiglia all’onda del mare, mossa e agitata dal vento. Un uomo così non pensi di ricevere qualcosa dal Signore: è un indeciso, instabile in tutte le sue azioni (Gc 1,6-8). L’instabilità non è solo il segno della nostra debolezza, è un ostacolo. La persona oscillante non cresce, chi è indeciso non cammina mai, ma continua a girare in tondo, a vuoto. La “lotta spirituale” è forse la caratteristica più importante per una personalità umana, salda e matura. Non rinunciamo a questo impegno.

don Gianni

Lettera aperta del 23 febbraio 2013

Inserito il 21 Febbraio 2014 alle ore 18:18 da Redazione Carpinetum

Pubblicata anche online lettera aperta del 23/2/2014. Come sempre aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Ricordiamo che il fondo del parroco e le meditazioni vengono pubblicate la domenica, coerentemente con il giorno al quale sono dedicate e cui spesso fanno riferimento.

L’osservanza della legge…

Inserito il 16 Febbraio 2014 alle ore 12:42 da Plinio Borghi

L’osservanza della legge dovrebbe assolvere due scopi: costituire elemento fondamentale del vivere civile ed essere garanzia della libertà del singolo. Ho usato il condizionale, perché purtroppo spesso così non è. E’ sotto i nostri occhi, infatti, l’eccesso di garantismo a favore dei rei e non altrettanto per le vittime e gli onesti. La lunghezza dei processi penalizza l’innocente; la facilità con la quale si rimette in libertà chi si è macchiato di gravi comportamenti non agevola né redenzione né prevenzione, anzi incentiva l’emulazione e, specie se accompagnata dalla totale incertezza della pena, danneggia chi ha subito, il quale viene posto nella condizione di essere vessato ancora (è all’attenzione in questi giorni l’emblematico comportamento sull’assurdo caso di stalking alla nota presentatrice Leofreddi). Fare giustizia dovrebbe essere, al pari di tante altre professioni, una missione, e invece l’interpretazione soggettiva delle leggi finisce per minare alla radice il loro fine primario. Mi ricordo che un tempo il mio lavoro comportava l’applicazione di leggi che, se mal interpretate, potevano arrecare forte danno a qualcuno o produrre benefici a chi non ne aveva diritto. Ebbene, mi è capitato perfino di voler acquisire vecchi atti parlamentari pur di capire quali fossero le reali intenzioni del legislatore. Fanno così anche i nostri giudici oggi o si trincerano dietro la giurisprudenza, in una sorta di autoreferenzialità? Né più né meno di quello che facevano scribi e farisei ai tempi di Gesù. Giusto oggi il Maestro avverte che non è venuto a cambiare le leggi, ma a dar loro la vera interpretazione, proprio per sottrarle a quella soggettività che spesso favorisce la litigiosità da un lato e chi le applica dall’altro. Il vangelo non lascia maglie troppo larghe e ce l’abbiamo a portata di mano. Ma va inteso con sapienza, come ci indica San Paolo, quella sapienza che viene dallo Spirito Santo. Il Seràcide gli fa eco e conferma l’incipit di questa meditazione: “Se vuoi osservare i suoi comandamenti, questi ti custodiranno”. E soprattutto ricordiamoci che siamo chiamati a insegnare agli altri il giusto approccio, altrimenti, lo dice Gesù stesso, saremo destinati a essere piccoli nel Regno. Peggio, se daremo brutti esempi ne saremmo esclusi.

L’ONU fa lo sgambetto al Papa?

Inserito il 16 Febbraio 2014 alle ore 08:06 da Don Gianni Antoniazzi

Nei giorni scorsi una giurista norvegese, Kristen Sandberg, presidente del Comitato Onu per i bambini, ha presentato un duro rapporto, avviando così uno scontro col Vaticano.

Il rapporto dell’ONU sulla pedofilia, diffuso il 5 febbraio, è sferzante contro la Chiesa e sconfina anche su temi che di per sé appartengono al magistero e sono propri della fede. C’è da restare sorpresi. Papa Francesco in ogni circostanza si apre serenamente al dialogo e all’incontro. Prima di lui, Benedetto XVI ha compiuto ogni sforzo per fare chiarezza e risolvere il problema. Sembra fuori luogo (e fuori tempo) che una realtà prestigiosa come l’ONU, abbia a puntare di nuovo sull’asprezza dello scontro. Non sarebbe meglio lavorare insieme? Questi laicisti restano sempre più incatenati alle sterili categorie della rabbia e dell’insicurezza.

don Gianni

Lettera aperta del 16 febbraio 2014

Inserito il 12 Febbraio 2014 alle ore 17:52 da Redazione Carpinetum

Pubblicata anche online lettera aperta del 16/2/2014. Come sempre aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Ricordiamo che il fondo del parroco e le meditazioni vengono pubblicate la domenica, coerentemente con il giorno al quale sono dedicate e cui spesso fanno riferimento. Se questa soluzione non vi piace, scrivete e decidiamo insieme come proporre al meglio questi contenuti.

L’animazione…

Inserito il 9 Febbraio 2014 alle ore 12:50 da Plinio Borghi

L’animazione, come ho avuto sempre modo di sostenere anche per lunga esperienza diretta, è quel “quid” che non dovrebbe mai mancare nelle gite, nelle riunioni conviviali, nei meeting, nei pellegrinaggi, nelle assemblee eucaristiche e quant’altro. Naturalmente non dappertutto con le medesime caratteristiche: ci mancherebbe altro che durante una Messa ci si mettesse a raccontare barzellette o che ad un convegno scientifico si desse la stura a canti goliardici! E’ anche ovvio che il tutto debba essere sapientemente dosato per non correre il rischio di sottrarre attenzione e protagonismo all’argomento clou. Purtroppo mi è capitato, e non di rado, di assistere a cerimonie o di partecipare a viaggi di gruppo senza il supporto di un minimo di animazione: una noia mortale, accompagnata dal rischio di perdere attenzione e tensione e di svilire il senso dell’iniziativa. Queste considerazioni capitano a fagiolo in questa fase del percorso liturgico, nella quale Matteo (cap. 5) inquadra il nostro ruolo di cristiani nella società: essere sale della terra, essere luce che rischiara il mondo (vangelo di oggi). Senza sale, il cibo, per quanto succulento, ti cade dalla bocca; se la luce si mette sotto il letto non illumina un bel niente. Ma guai a esagerare col sale (leggi: malattia di protagonismo), pena il dover buttare il piatto. Idem per la luce: deve risplendere, non abbagliare, altrimenti nessuno vede più alcunché. Bisogna allora essere di esempio e di insegnamento, affinché anche gli altri ne rimangano attratti e si comportino di conseguenza. Sì, ma come? Il vangelo di domenica scorsa (che ha lasciato il passo alla “Candelora”) ce l’avrebbe indicato mediante il cosiddetto discorso della montagna: beati i poveri in spirito, beati gli afflitti, beati i miti, beati gli assetati di giustizia, beati i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati.. Tutti atteggiamenti contro tendenza per questo mondo, direi provocatòri. Gesù lo sa, perché aggiunge: “Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi a causa mia”. Ma solo così saremo sale e luce, perché solo essendo segno di contraddizione sproneremo chi si adagia a seguire pedissequamente la corrente.

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