Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Possiamo sempre risollevarci

Inserito il 7 Febbraio 2018 alle ore 18:58 da Don Gianni Antoniazzi

Mercoledì 14 febbraio inizia la Quaresima con l’imposizione delle sacre Ceneri. è un tempo di preghiera, digiuno e carità: l’occasione per ritornare a Dio con tutto il cuore e per liberare in noi le energie migliori.

La Quaresima è un tempo nel quale trovare libertà. Ricorda i 40 anni dell’esodo d’Israele, fuggito dalla schiavitù d’Egitto. Rimanda ai 40 giorni di digiuno nei quali Gesù ha superato il vincolo delle tentazioni.

Il tempo che precede la Pasqua è un’occasione unica per scrollarsi di dosso i tanti idoli che ci comandano e ci sovrastano: vizi, istinti e falsi “piaceri” che finiscono sempre per imbruttirci. Animo dunque: non è una proposta di fatica, ma di vita.

Bisogna poi riconoscere con realismo che, per quanto ciascuno possa essere saldo nel cammino, finirà comunque per cadere. Nessuno di noi è perfetto. Qualche volta la fragilità della nostra condizione avrà il sopravvento.

Perfetto: il tempo di Quaresima ha anche questo scopo. Ricordare che Dio è un padre di bontà straordinaria. Quando il figlio cade nessun genitore urla. Semmai abbraccia il proprio figlio e lo esorta a riprendere il cammino. Così il più importante impegno della Quaresima è capire che Dio ci è vicino sempre per risollevarci nel momento in cui toccheremo con mano la nostra debolezza.

don Gianni

Globalizzazione o protezionismo

Inserito il 4 Febbraio 2018 alle ore 10:08 da Plinio Borghi

Globalizzazione o protezionismo: sembra il dilemma che andava per la maggiore in quel di Davos durante il summit mondiale dei giorni scorsi e che trovava sui due fronti l’Europa e l’America di Trump, anche se questi si è poi premurato di precisare che “prima l’America” non significa escludere il concorso degli altri. C’è da credergli se nel suo programma elettorale già parlava di un mondo post globale e ora ha appena approvato dazi superlativi per le merci che provengono dall’estero? C’è da credergli se il dollaro sta correndo al ribasso proprio per favorire l’esportazione dei prodotti americani? E in Italia c’è qualcuno che tende a sposare pedissequamente quelle tesi, invece di pensare a difendere il prodotto italiano dalle mistificazioni che da più parti si stanno perpetrando! L’altr’anno (2016), durante un’escursione nella Cina delle minoranze, ebbi a osservare alla guida quanto poco si notasse di tradizionale negli usi e costumi locali, specie nei giovani che vestivano sostanzialmente all’occidentale. “Globalizzazione, globalizzazione!”, mi rispose nel suo italiano stentato. Chiaro che là pesa la lontananza fisica dal Governo centrale e di conseguenza l’interesse, se mai c’era stato, scemava. Qui no. Una ferma protezione (che non ha nulla a che vedere col protezionismo), che passa attraverso l’impegno culturale e politico, va messa in atto, pur nel contesto di una globalizzazione che è anacronistico negare. Lo stesso Gesù, che al momento della guarigione della figlia della cananea (Mt 15,21-28) sembrò un tantino “protezionista” (“non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini”), di fatto adottò solo un atteggiamento provocatorio, visto che la sua è stata una missione di salvezza “globale” e tale la pretese poi dai suoi discepoli e come oggi da noi. Nel vangelo in lettura questa domenica, dove lo si vede dedito alla predicazione e alle guarigioni, viene disturbato mentre è raccolto in preghiera perché chi ha saputo delle sue performance lo stava cercando. Egli però risponde: “Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. Ecco l’indirizzo del cristiano: rivolgersi al mondo; che non significa essere del mondo o compromettersi col mondo svendendo il suo “Patrimonio”, bensì farlo conoscere e condividerlo, affinché non resti prerogativa di pochi intimi. Così dovrebbe fare anche la politica, soprattutto con le risorse culturali ed economiche.

Lettera aperta del 4 febbraio 2018

Inserito il 31 Gennaio 2018 alle ore 20:37 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 4/2/2018. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

La malattia e la Fede

Inserito il 31 Gennaio 2018 alle ore 19:07 da Don Gianni Antoniazzi

La parrocchia invita gli ammalati che possano muoversi a partecipare sabato 10 febbraio, alle ore 16, alla Santa Messa in occasione della Madonna di Lourdes per invocare la benedizione del Signore.

Il Signore ha sempre cercato le persone sofferenti. Il Vangelo di Marco, per esempio, inizia molto rapidamente col battesimo di Giovanni, le tentazioni nel deserto e la chiamata dei primi discepoli: tutto in appena 20 versetti. Poi subito dedica uno spazio più ampio a Gesù che opera guarigioni: libera un indemoniato, risana la suocera di Pietro, guarisce i lebbrosi.

La fede cristiana non impone il dolore, la rinuncia e la tristezza. Gesù stava a pranzo in allegria e raccontava parabole piene di vita. Qualcuno lo chiamava “mangione e beone”. Invita ad essere Beati, cioè gioiosi. È venuto perché la sua gioia fosse in noi e la nostra gioia fosse piena.

Qualunque sia la situazione attuale, il termine della nostra vita è la pienezza di vita. Se anche per qualche istante la nebbia dovesse coprire le vette luminose delle nostre attese, sappiamo che presto tornerà il sole. Il Vangelo, dunque, propone di tenere ben scolpita nel cuore la speranza della vita piena.

Dopo di che bisogna tener conto che la condizione umana è sottoposta al criterio della fragilità, cioè al regime del “finito”, non dell’infinito: abbiamo da misurarci col dolore ma sarà marginale, non ne conserveremo ricordo, ne usciremo più maturi e staremo nella bellezza data a noi dal Cristo risorto.

don Gianni

Mamma quanti falsi maestri!

Inserito il 28 Gennaio 2018 alle ore 09:58 da Plinio Borghi

Mamma quanti falsi maestri! Chi ha avuto l’avventura, come me, di assistere all’evoluzione di questa società post bellica e in particolare a quel picco storico che fu il ’68 non può che convenirne, specie dopo che l’epilogo ha smascherato gli attori in malafede. Sono sorti come i funghi e con l’aggravante che hanno avuto troppi seguaci, molti dei quali non si sono arresi nemmeno di fronte all’evidenza. Annidati in tutte le categorie di cittadini, fino alle altre sfere, sono costretti a mugugnare sotto vento, salvo riflussi nostalgici quando pensano di trovare terreno fertile per riprendere vecchie tesi ormai stantie. È umano, ma il guaio è che continuano, da bravi revanscisti, a rompere le uova nel paniere a chi sta con fatica costruendo un minimo di compattezza e portando nel Paese un po’ di chiarezza, sociale, politica, storica e financo religiosa. E fin qui passi: fa parte dei cicli e ricicli della vita; ma il guaio più grosso è che riescono a trovare ancora humus fra le nuove generazioni, che spesso e volentieri non fanno che riproporti dei “dejà vu” come se inventassero qualcosa di nuovo e questo, lo dice uno che conserva ancora qualche nostalgia di talune impostazioni e di vecchie battaglie, è semplicemente deprimente. Non faccio nomi o riferimenti perché si spazia ovunque, da destra a sinistra, nella Chiesa e nei suoi detrattori. Né, pur rilevandolo, mi meraviglio più di tanto, perché il fenomeno esiste da sempre ed è la storia prima o poi a farne scempio. C’era anche ai tempi di Gesù, tanto che è lui stesso, unico e vero Maestro, a metterci in guardia dai falsi maestri che si sarebbero affacciati nel corso dei tempi. Il vangelo di oggi descrive un suo intervento in sinagoga e chi lo ascolta, a proposito di quanto si diceva la settimana scorsa, si accorge che parla come uno che ha autorità, che ci crede e si mette in gioco, non come gli scribi e i farisei che erano abili a caricare gioghi sulle spalle altrui. E quel Maestro ci sta parlando da oltre duemila anni, con la sua parola ha fatto e guidato la nostra storia. Vorrei tanto dire a chi si erge a inventore dell’acqua calda: “Ma cosa cerchi rimestando nel torbido? Hai una Parola chiara, adatta alle tue aspirazioni di giustizia ed equità, che è sempre nuova e fresca, proferita da un Maestro ineguagliabile, che ti accompagna e ti è guida, purché ti appoggi con coerenza e fiducia. La puoi usare come metro per valutare chi ti vuol abbindolare. Di che altro hai bisogno?”

Lettera aperta del 28 gennaio 2018

Inserito il 24 Gennaio 2018 alle ore 20:44 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 28/1/2018. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Donare qualcosa di sé

Inserito il 24 Gennaio 2018 alle ore 19:56 da Don Gianni Antoniazzi

Domenica scorsa due fratellini avevano previsto di andare a sciare. Parlando con i genitori del tema trattato a catechismo, hanno deciso di fare a meno della giornata di svago per aiutare un bisognoso.

Domenica scorsa, a fine Messa, due bambini son venuti a salutarmi assieme al loro papà e al loro nonno. Mi hanno consegnato una lettera scritta di proprio pugno: dentro c’era anche del denaro. Mi hanno chiesto di leggere il biglietto dove c’era scritto: “Noi abbiamo risparmiato questi soldi rinunciando a sciare”, firmato Nicole e Marco. L’offerta era più che sufficiente per una bella domenica sugli sci. Commosso, ho ringraziato.

Nei giorni precedenti, la catechista aveva proposto di fare un servizio in casa per raccogliere un’offerta in favore dei poveri. Poi, discutendone con i genitori, è nato questo gesto. Dico grazie alla famiglia per il significato educativo dell’offerta. Ringrazio questi ragazzini che hanno pensato a chi si trova nel bisogno.

Mercoledì 14 febbraio inizia la Quaresima. Abbiamo molto da imparare dai più piccoli. Di quante cose potremmo fare a meno e quanto saremmo ricchi se cominciassimo a fare spazio per chi ha meno di noi.

don Gianni

Il carisma è come il coraggio

Inserito il 21 Gennaio 2018 alle ore 10:25 da Plinio Borghi

Il carisma è come il coraggio: se uno non ce l’ha non se lo può dare, diceva pressappoco il Manzoni. Il carisma è sostenuto da diverse qualità, naturali e acquisite, come, fra quest’ultime, l’autorevolezza, che a sua volta prescinde dall’autorità. In Italia abbondiamo di persone alle quali è conferita, per mille motivi, una qualche autorità (dicono che un cittadino su due possa fregiarsi del titolo di “presidente”), ma scarseggiamo di persone autorevoli. Per quanto mi riguarda, nella mia lunga frequentazione del mondo della burocrazia, della politica, del sindacato e dell’associazionismo, ho potuto rilevare che proprio dalle persone senza autorità sono emersi esempi fulgidi di autorevolezza, che deriva appunto da conoscenza, competenza, preparazione, credibilità, comportamento e, non ultimo, dalla capacità di rapportarsi agli altri, fino al punto di attrarli e ottenerne rispetto. Certo, con tutti questi presupposti, avere anche autorità aiuta. Mi si sono affastellate queste considerazioni da una parte considerando la liturgia di oggi e dall’altra vedendo i consueti riti della campagna elettorale che si è scatenata. Pazienza per la solita salva di promesse che hanno la stessa consistenza di uno spettacolo pirotecnico, ma assistere alla corsa affannosa di emerite nullità per il ruolo di leader, esibendo panacee come se fossero programmi illuminati, non riesco ancora a digerirlo senza reazioni. Gesù non ha ufficialmente alcuna autorità, se non quella conferitagli dal Padre e al momento ignota al mondo. Solo più tardi, quando calmerà le acque e i venti che rischiavano di rovesciare la barca degli apostoli, questi se ne renderanno conto. Non ha ancora cominciato l’annuncio della lieta novella, per cui nella sua “campagna acquisti” non può mettere in atto tentativi di “adescamento” (nel senso etimologico: siamo in ambiente di pesca), eppure la sua autorevolezza e il suo carisma traspaiono da tutti i pori, visto che, al suo richiamo, tutti lasciano subito reti e parenti per seguirlo. “Vi farò diventare pescatori di uomini”: s’è mai sentita panzana simile e propinata a gente concreta come i pescatori? Eppure si lasciano “irretire” (sempre in senso etimologico), sentono che non è uomo da promesse fasulle, l’hanno già chiamato “rabbì” senza nemmeno conoscerlo. Mmmm.., ho la vaga idea che in questa kermesse elettorale farò come Diogene: andrò con la lanterna in cerca di persone credibili!.. Auspicando un epilogo diverso dal suo.

Lettera aperta del 21 gennaio 2018

Inserito il 17 Gennaio 2018 alle ore 19:06 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 21/1/2018. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Gli elettori hanno testa

Inserito il 17 Gennaio 2018 alle ore 16:51 da Don Gianni Antoniazzi

Si avvicinano le elezioni e attendiamo di conoscere a giorni le liste dei candidati. C’è però la preoccupazione che le sparate elettorali non siano rispettose dell’intelligenza dei cittadini chiamati a compiere la loro scelta.

In tempo di elezioni qualche candidato mente con promesse irrealizzabili. Talvolta il clima diventa imbarazzante, in pieno stile Totò. Sembra una gara a chi la spara più grossa, senza considerare che gli elettori capiscono molto più di quanto si pensi.

Per esempio: il debito pubblico supera i 43.000 euro a testa. Un peso capace di bloccare l’Italia al primo intoppo. Pochi ne parlano. Al rovescio: si promette che gli uni o gli altri riceveranno più contributi. Non si può offendere l’intelligenza degli elettori.

Domenica scorsa don Fabio Longoni ricordava che, secondo un’etimologia dal greco, “Italia” deriva da “italoi”, cioè “paese dei vitelli”. E continuava: a marzo qualcuno proverà a metterci l’anello per portarci dove vuole.

Sarebbe già prezioso se qualcuno si impegnasse a trasformare il flusso di denaro pubblico in un vero motore di crescita, paragonabile alle energie che i privati, con minori risorse, riescono a sviluppare. A pensarci bene, però, già questo obiettivo, potrebbe risultare incredibile nel contesto italiano.

don Gianni

« Articoli precedenti Articoli successivi »