Inserito il 22 Febbraio 2023 alle ore 17:12 da Don Gianni Antoniazzi
Il deserto di Gesù si conclude con l’immagine di Cristo che sta con gli animali feroci (Mc 1,13). È segno di un’armonia ricostruita con istinti difficili da domare. È la pace offerta dalla Quaresima.
Negli anni ’70, fra le campagne di Conegliano, capitava di sentire il saluto “pace e bene”. Erano le parole dei frati che passavano a fare la “questua”. Avevano il sapore di una piccola tassa improvvisa; i contadini usavano quella locuzione per commentare gli incidenti con perdite di poco conto.
Il saluto francescano significa che pace e bene vanno insieme: sono frutti gemelli. Si arriva alla pace rispondendo al male con un gesto sereno. Un passo della bibbia recita: «Se il tuo nemico ha fame dagli pane da mangiare, se il tuo nemico ha sete dagli acqua da bere» (Pr 25, 21). Solo una risposta generosa interrompe la violenza.
Mettere in campo armamenti sofisticati non giova a molto: l’aggressività allontana la diplomazia e gli accordi. Pure fra noi fioriscono i germogli di tensione. È un fatto alimentato anche dai social. Si diventa discepoli di Cristo perseguendo di persona la pace. È una proposta da far nostra per i giorni di Quaresima.
don Gianni
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Inserito il 16 Febbraio 2023 alle ore 17:09 da Don Gianni Antoniazzi
In questa settimana ha inizio la Quaresima, un tempo favorevole per la conversione al Vangelo Mercoledì 22 ci sarà la celebrazione delle “Ceneri”, una tappa significativa nella vita di chi ha fede.
La Quaresima comincia mercoledì prossimo, 22 febbraio. Nelle celebrazioni delle 17:00, 18:30 e 20:45 ci sarà «l’austero segno delle Ceneri» poste sul capo di quanti intraprendono un cammino di conversione e penitenza.
La proposta della Quaresima non ha senso se ci si ferma solo alla dimensione della penitenza: bisogna tenere fisso lo sguardo sulla meta, Cristo Risorto, nostra gioia e manifestazione dell’amore del Padre.
Il significato della «polvere» sul capo è di una forza straordinaria. Indica il lutto e quando in casa c’era un morto i parenti si cospargevano di polvere: il gesto richiama la morte dell’uomo vecchio, impastato di rabbie e orgoglio.
La cenere era usata per lavare e disinfettare: diventa un invito alla purificazione della vita, a togliere il male dal nostro orizzonte. La polvere è un’esortazione all’umiltà, memoria che veniamo dalla terra così che ciascuno contempla la propria bellezza e, al contempo, tien conto della sua fragilità.
La cenere (polvere del suolo) esprime un ultimo richiamo. Nelle antiche culture richiama lo scorrere del tempo, la polvere della clessidra. In questo caso è l’esortazione a dare valore ad ogni momento dell’esistenza perché questo è il tempo “di grazia” nel quale siamo chiamati a salvezza.
don Gianni
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Inserito il 9 Febbraio 2023 alle ore 19:02 da Don Gianni Antoniazzi
In vista del cammino di Quaresima che inizia fra qualche giorno propongo di riflettere su alcuni fondamenti della persona a cominciare dalla necessità di valorizzare la nostra coscienza, luogo di incontro con Dio.
Fin dal principio, la Bibbia propone di riflettere sul mistero del peccato e della legge. Il Vangelo, invece, sottolinea il rapporto con Gesù e i fratelli. La legge passa in secondo piano al punto che al giovane ricco Gesù cita i comandamenti, ma solo in modo parziale.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che è fondamentale ascoltare la “coscienza”, perché quello è il luogo di incontro con lo Spirito del Risorto (n° 1776 con citazione GS 1). Non si tratta di una novità. Già Papa Innocenzo III, in una lettera del 1201, scriveva: “Ogni cosa fatta contro la propria coscienza edifica l’inferno”. Come a dire che l’ubbidienza alle autorità umane e religiose viene dopo la coscienza.
Qualche decennio fa, il Cardinale Newmann, stimato da Benedetto XVI, ha affermato: “Se dovessi portare la religione in un brindisi – cosa che non è molto indicato fare – allora io brinderei per il Papa… ma prima per la coscienza e poi per il Papa!” (Lettera al Duca di Norfolk).
Alla fine dei tempi saremo giudicati non secondo una legge di diritto, ma secondo coscienza (per questo tremo). Il grande problema è scoprire che dedichiamo pochissime energie a formare in modo corretto questa realtà decisiva della nostra interiorità. Se lo facessimo saremmo più liberi, più sereni, più fedeli al Vangelo.
don Gianni
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Inserito il 2 Febbraio 2023 alle ore 18:38 da Don Gianni Antoniazzi
Negli ultimi secoli l’orario del pranzo è stato un segnale per distinguere l’aristocrazia dal popolo. Già san Paolo documenta che c’era questa discriminazione. Per noi è importante pensare a chi non mangia affatto.
Il titolo sintetizza uno studio di Alessandro Barbero. I nobili si distinguono anche cambiando gli orari del pranzo. I poveri sgobboni seguono i ritmi del lavoro e della luce solare.
Carlo Goldoni, per esempio, nel 1747 (a Pisa) scrive che dopo le 14 è difficile scroccare un pranzo agli amici. Per gli aristocratici è diverso. A partire dal 1700, con la luce artificiale (candele, gas e corrente), chi ha denaro gioca e balla fino a tardi. Il mattino resta a letto e non pranza come i poveri diavoli, ma anche alle 18.
Jonathan Swift (autore di Gulliver), per esempio, scrive del matrimonio fra un ecclesiastico anglicano e la figlia di un Lord. La relazione è disastrosa: la moglie pranza dopo le 16 mentre il prete già muore di fame. Nel 1807, una satira dice che la vita degli aristocratici inglesi è “regolare”: si dorme dopo le 4 del mattino e ci si alza alle 14. Segue la colazione e la passeggiata “mattutina” col “pranzo” alle 20. Poi la festa. È prevista una “cenetta” alle 3.
Nel 1815 l’ambasciatore americano (futuro presidente) John Adams è invitato a “pranzo” a Londra per le 18:30; arriva in casa alle 19 ma si stupisce perché non c’è ancora nessuno. Abitudini analoghe valgono a Parigi e altre città. Solo negli USA ci si alza presto, si mangia alle 12.
Nei primi secoli di cristianesimo il problema è rovescio. Paolo (1Cor 11) constata che i ricchi cenano presto e gli schiavi dopo aver finito ogni lavoro. Alla “cena del Signore” i primi sono già ubriachi e gli altri hanno fame. Perché non ci siano scandali comanda di cenare per proprio conto e trovarsi insieme solo per la Messa. Così si perde fin da principio la festa dei fratelli…
Per noi, oggi, è importante pensare a chi non sa se e quando potrà pranzare. Lo dico anche in vista della prossima Quaresima.
don Gianni
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Inserito il 25 Gennaio 2023 alle ore 16:33 da Don Gianni Antoniazzi
Il 2 febbraio, 40 giorni dopo il Natale, si celebra la “Presentazione al Tempio” di Gesù (Madonna Candelora) Il Vangelo mette quindi al centro il neonato e i due anziani, ricchi di speranza e vitalità davanti al popolo.
In genere la mentalità odierna penalizza gli anziani: li considera fisicamente deboli, poco attraenti, meno produttivi, avulsi dalle “nuove tecnologie”, un peso sui più giovani. Basta vedere quello che accade nella nostra chiesa durante i funerali: se il defunto è nato prima del 1935 si contano in genere poche decine di persone, talora svogliate. Il Vangelo però capovolge questa mentalità.
Nella prossima festa del 2 febbraio (Presentazione al Tempio di Gesù, vulgo Candelora) i protagonisti sono tre: il bambino e due vegliardi, Simeone ed Anna, che, a nome di Israele, accolgono Gesù fra le braccia. Ermes Ronchi commenta così: «Gesù non è accolto dalle autorità del popolo, ma da un anziano e un’anziana senza ruolo, due innamorati di Dio che hanno occhi velati dalla vecchiaia ma ancora accesi dal desiderio. È la vecchiaia del mondo che accoglie fra le sue braccia l’eterna giovinezza di Dio». Queste parole mettano al centro la ricchezza di chi non ha più 30 anni.
Tante volte proprio i meno giovani non smettono di cercare e sognare, sanno “vedere oltre” e hanno il cuore capace di incantarsi davanti a un neonato.
don Gianni
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Inserito il 18 Gennaio 2023 alle ore 17:02 da Don Gianni Antoniazzi
Il Vangelo insegna che il progresso è di tutti o di nessuno: non si può arricchire da soli, ma insieme. La situazione attuale va nella direzione opposta: in due anni è cresciuto il divario fra ricchi e poveri
Negli ultimi due anni è aumentata la differenza fra i ricchissimi del pianeta e i poveri. Lo dice il rapporto Oxfam pubblicato da poco.
Nel 2020-2021 le ricchezze dei miliardari sono cresciute di 2,7 miliardi di dollari al giorno, mentre 1 miliardo e 700 milioni di persone si sono impoverite: i loro stipendi mensili sono cresciuti meno di quanto sia salita l’inflazione. Non va meglio per gli Stati fragili: alcuni, per pagare i debiti con l’estero, spendono quattro volte più della spesa sanitaria.
La direttrice di Oxfam, Gabriela Bucher, ha dichiarato che il 2022 è stato un anno nero per i mercati e tuttavia sono comunque state ridotte le tasse ai ricchissimi così da preservare le loro posizioni apicali. Per invertire questa tendenza che genera emigrazione e malvivenza servirebbe, a detta della direttrice, “un sistema fiscale più equo”.
Io non sono un esperto di macroeconomia e neppure di leggi fiscali internazionali. Capisco che la situazione è preoccupante. Comprendo che con questa tendenza i più fragili verranno a prendersi ciò che serve a loro per vivere e non mancheranno tensioni anche vivaci. Il Vangelo porterebbe a tracciare percorsi diversi. La mentalità laicista invece segue gli interessi del più forte. Ecco spiegata tanta durezza contro Cristo.
don Gianni
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Inserito il 12 Gennaio 2023 alle ore 15:41 da Don Gianni Antoniazzi
Si aprono le pre-iscrizioni alle scuole e iniziano i preparativi per i test di ingresso alle Università. È il tempo di pensare al futuro. Insieme a tanti sogni serve misurarsi con la realtà del tempo presente.
Flavio Briatore ha detto la sua opinione: non serve che suo figlio (12 anni) frequenti anche l’Università. Preferisce che entri nel mondo del lavoro: «Mio figlio farà quello che vuole. Però, penso che la metà di chi va all’Università lo fa per compiacere i genitori o sentirsi chiamare dottore. Se mio figlio non vuole studiare, meglio che inizi a lavorare e imparare a 18 anni, che a 25 con una laurea inutile».
Aggiunge: «Può fare anche il prete, se gli piace, ma credo di no: fa fatica col catechismo. A scuola va bene… vuole diventare calciatore. È giusto che abbia un sogno ma da grande avrà la responsabilità di un gruppo di 1.200 dipendenti. Io posso insegnargli, ma non ho vent’anni… Prima comincia (e dovrà cominciare dal basso) meglio posso seguirlo…».
Briatore ha un fatturato da 66 milioni di dollari con un diploma di geometra «preso col minimo dei voti».
Viviamo in un ambiente dove la facciata è importante. I titoli scolastici (come ogni altro titolo) sono però “prodotti a breve scadenza”. Sarebbe importante domandarsi se i figli siano capaci di seguire la sapienza e cercare la conoscenza.
La vita non guarda ai titoli ma alla sostanza. A tal proposito Gesù diceva: “Non fatevi chiamare maestri sulla terra”. Meglio sarebbe chiedersi cosa il Signore abbia pensato per noi: i segni, anche concreti, non mancherebbero.
don Gianni
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Inserito il 5 Gennaio 2023 alle ore 16:23 da Don Gianni Antoniazzi
Di solito il numero d’inizio anno fa verifica dei mesi precedenti ed espone qualche linea per il futuro. Non sarà così questa volta. Dedichiamo questa pagina al Papa emerito Benedetto XVI che ha concluso l’esperienza del tempo
Nel maggio 2011 mi è stato chiesto (insieme ad Edoardo Rivola) di dare un aiuto per la visita di papa Benedetto a Venezia. Provando a fare del mio meglio ho vissuto quell’appuntamento secondo le categorie del lavoro e del sacrificio. Al momento di celebrare Messa a San Giuliano, però, si è fatta chiara la strada della fede.
In quell’Eucaristia era evidente che il Papa non stava chiedendo un incontro con Lui, ma domandava di guardare a Cristo. I presenti erano circa 200.000 ma c’è stato fin da subito un clima di raccoglimento e fede al punto che era possibile distinguere il verso dei gabbiani. Veniva dall’acqua il rumore di alcuni motoscafi della polizia. Si sentiva di lontano il passaggio di qualche treno sul ponte della Libertà. Si avvertiva di tanto in tanto il clacson di qualche auto distante. Per il resto c’erano soltanto le parole del Papa nel silenzio del vento leggero. L’attenzione di tutti era orientata al Vangelo e all’Eucaristia.
In questi giorni ci sono infiniti commenti su papa Benedetto. Le opinioni sono anche contrastanti. Su di lui quella appena descritta resterà, per me, la memoria più vera.
don Gianni
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Inserito il 29 Dicembre 2022 alle ore 15:51 da Don Gianni Antoniazzi
Ogni tappa è al contempo un punto d’arrivo e di partenza per l’avvenire. Questa è la logica del cammino La conclusione del vecchio anno e l’inizio del nuovo sono un buon momento per proseguire con slancio.
Saluto il nuovo anno con un racconto. Aiuta a interpretare il futuro. È tratto dal libro “A volte basta un raggio di sole” di Bruno Ferrero, Edizione ElleDiCi.
“Due semi stavano a fianco nel terreno. Il primo disse: «Voglio crescere, spingere le radici in profondità e i germogli sopra la terra. Voglio dispiegare le gemme per annunciare la primavera, sentire il calore del sole e la benedizione della rugiada». E crebbe. L’altro disse: «Che razza di destino! Se spingo le radici non so che cosa incontrerò nel buio qui sotto. Se apro la strada nel terreno duro qui sopra posso danneggiare i miei delicati germogli. E se una lumaca mangiasse le gemme? E se un bambino mi strappasse i fiori? Meglio aspettare che ci sia sicurezza». Attese. Una gallina trovò il seme e lo mangiò”.
Dice il Vangelo di Matteo: «Per paura andai a nascondere il tuo talento sottoterra. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e fannullone. Toglietegli dunque il talento». (Mt 25,25-28)
don Gianni
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Inserito il 21 Dicembre 2022 alle ore 16:06 da Don Gianni Antoniazzi
Mi sono chiesto in questi giorni quale augurio rivolgere alla gente della nostra parrocchia. Un antico padre della Chiesa, sant’Ireneo, diceva che nel Natale Dio si fa uomo perché gli uomini possano diventare figli di Dio. Che bello!
Guardo tuttavia i fatti degli ultimi tempi. Ci stiamo legando sempre più alla realtà virtuale e, per certi aspetti, viene meno la nostra umanità. Progredisce la tecnica, ma non ci sono molti passi avanti nelle nostre relazioni. Restiamo anzi prigionieri della rabbia: continuano i soprusi, si contano sempre numerosi i fatti di violenza, anche nella politica fatichiamo ad essere onesti, impieghiamo un linguaggio aggressivo, la guerra continua sempre a far da panorama nel nostro orizzonte.
L’augurio che rivolgo a tutti in questo Natale è che la nascita di Gesù ci aiuti ad essere uomini, almeno quanto lo è stato Lui. Prima diventiamo uomini e prima saremo capaci di camminare come figli di Dio.
don Gianni
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